Mai come quest'anno la Pasqua è caduta dentro un'Italia malata, nervosa, impoverita, terremotata, stanca, poco propensa a discutere e a perdonare.
In questo nostro tempo così complesso e articolato, frenetico e distratto, tra i tanti fatti e le tante sconvolgenti notizie che arrivano dall'Abruzzo, ne accogliamo una "bella": la crisi porta unione, fratellanza, inventiva. Almeno così ci dicono le ultime "indagini", fatte da espertoni...
Oggi, comunque, parlare di pace è troppo facile e troppo luogo comune. Fare la Pace, iniziando da casa nostra, invece, è sempre più difficile. Custodiamo dentro l'anima, cattiverie e violenze, che tutti pensavamo scomparse. I misfatti che accadono con sempre maggior frequenza nelle piazza, sulle strade sono inammissibili e selvaggiamente concepiti da persone all'apparenza normali. Il vento della pace è lontano dai nostri ragionamenti e abbiamo ogni giorno meno voglia di accoglierlo.
Dovremmo tutti ricordare l'esempio di vita che ha portato nel suo lungo papato Giovanni Paolo II. Quattro anni fa la sua morte, e nessuno di noi probabilmente lo dimenticherà mai. Con la sua sofferenza ci ha insegnato che la vita è bella sempre. La bellezza non come un fatto esteriore, visibile, ma la bellezza come qualcosa di più profondo, in relazione con colui che è Bello: il dio che ognuno di noi, a suo modo, crede. Di questa bellezza interiore il nostro Papa andava fiero, e per questo non si vergognava di mostrare il suo povero corpo che di giorno in giorno si andava disfacendo.
Il Papa ha saputo farsi prossimo, vicino ad ogni uomo: ricco o povero, potente o umile, giovane o vecchio, bello o brutto. Per tutti noi ha dato la disponibilità di padre, amico, compagno, fratello, riferimento. Ha amato il mondo e ha dato voce ai bisogni e alle lacerazioni; ha difeso e caldeggiato la pace: quella che può custodire la dignità di ogni uomo. Il Papa ha creduto nei giovani, e i giovani si sono affidati a lui: riferimento credibile, autorevole, che li ha avvolti d'amore e di compassione.
Anche la società e la politica dovrebbe guardare con più ottimismo al mondo giovanile, con speranza e fiducia, sempre! Così li ha conquistati il papa. "Vi ho cercato e ora siete qui, e vi ringrazio", l'ultimo pensiero tutto per loro!
Enzo Amato
enzo.marsala@alice.it
In questo nostro tempo così complesso e articolato, frenetico e distratto, tra i tanti fatti e le tante sconvolgenti notizie che arrivano dall'Abruzzo, ne accogliamo una "bella": la crisi porta unione, fratellanza, inventiva. Almeno così ci dicono le ultime "indagini", fatte da espertoni...
Oggi, comunque, parlare di pace è troppo facile e troppo luogo comune. Fare la Pace, iniziando da casa nostra, invece, è sempre più difficile. Custodiamo dentro l'anima, cattiverie e violenze, che tutti pensavamo scomparse. I misfatti che accadono con sempre maggior frequenza nelle piazza, sulle strade sono inammissibili e selvaggiamente concepiti da persone all'apparenza normali. Il vento della pace è lontano dai nostri ragionamenti e abbiamo ogni giorno meno voglia di accoglierlo.
Dovremmo tutti ricordare l'esempio di vita che ha portato nel suo lungo papato Giovanni Paolo II. Quattro anni fa la sua morte, e nessuno di noi probabilmente lo dimenticherà mai. Con la sua sofferenza ci ha insegnato che la vita è bella sempre. La bellezza non come un fatto esteriore, visibile, ma la bellezza come qualcosa di più profondo, in relazione con colui che è Bello: il dio che ognuno di noi, a suo modo, crede. Di questa bellezza interiore il nostro Papa andava fiero, e per questo non si vergognava di mostrare il suo povero corpo che di giorno in giorno si andava disfacendo.
Il Papa ha saputo farsi prossimo, vicino ad ogni uomo: ricco o povero, potente o umile, giovane o vecchio, bello o brutto. Per tutti noi ha dato la disponibilità di padre, amico, compagno, fratello, riferimento. Ha amato il mondo e ha dato voce ai bisogni e alle lacerazioni; ha difeso e caldeggiato la pace: quella che può custodire la dignità di ogni uomo. Il Papa ha creduto nei giovani, e i giovani si sono affidati a lui: riferimento credibile, autorevole, che li ha avvolti d'amore e di compassione.
Anche la società e la politica dovrebbe guardare con più ottimismo al mondo giovanile, con speranza e fiducia, sempre! Così li ha conquistati il papa. "Vi ho cercato e ora siete qui, e vi ringrazio", l'ultimo pensiero tutto per loro!
Enzo Amato
enzo.marsala@alice.it
Nessun commento:
Posta un commento