Squilli alla ex, dopo mezzanotte è reato. Per la Cassazione è un "atto molesto".
Una telefonata non allunga più la vita. Almeno per la Cassazione che sconsiglia gli squilli dopo la mezzanotte. Basta anche solo una telefonata per fare scattare la multa per molestia.
In questo modo la Cassazione ha reso definitiva la condanna a 300 euro di multa nei confronti di un 53enne abruzzese, reo di avere fatto una telefonata alla ex moglie Franca dopo le 24.
Per la Cassazione, una telefonata dopo quell'ora non merita le attenuanti perchè, anche se si tratta di un solo squillo, è "petulante" e arreca disturbo. Nicola F. aveva effettuato una sola chiamata dopo mezzanotte sul cellulare della consorte dalla quale si stava separando, per chiedere informazioni sul figlio che avrebbe dovuto incontrare il giorno precedente. Cosa che non era avvenuta, rileva la sentenza, perchè il bambino era stato portato al mare dalla madre.
Denunciato per lo squillo, Nicola è stato condannato per il reato punito dall'art. 660 c.p. dal Tribunale di Chieti. Sentenza confermata dalla Cassazione che ha bocciato il ricorso dell'uomo volto a dimostrare che la sola chiamata effettuata dopo le 24 non era dettata dall'intento di "interferire nella sfera della libertà della ex moglie ma era stata fatta allo scopo di richiedere informazioni sul figlio".
"L'ora in cui era stata effettuata la telefonata, attorno alla mezzanotte, dimostrava sia l'obiettiva molesta intrusione in ore riservate al riposo sia l'evidente intenzione di Nicola di molestare la moglie piuttosto che di vedere il bambino, che a quell'ora avrebbe dovuto dormire".
Una telefonata non allunga più la vita. Almeno per la Cassazione che sconsiglia gli squilli dopo la mezzanotte. Basta anche solo una telefonata per fare scattare la multa per molestia.
In questo modo la Cassazione ha reso definitiva la condanna a 300 euro di multa nei confronti di un 53enne abruzzese, reo di avere fatto una telefonata alla ex moglie Franca dopo le 24.
Per la Cassazione, una telefonata dopo quell'ora non merita le attenuanti perchè, anche se si tratta di un solo squillo, è "petulante" e arreca disturbo. Nicola F. aveva effettuato una sola chiamata dopo mezzanotte sul cellulare della consorte dalla quale si stava separando, per chiedere informazioni sul figlio che avrebbe dovuto incontrare il giorno precedente. Cosa che non era avvenuta, rileva la sentenza, perchè il bambino era stato portato al mare dalla madre.
Denunciato per lo squillo, Nicola è stato condannato per il reato punito dall'art. 660 c.p. dal Tribunale di Chieti. Sentenza confermata dalla Cassazione che ha bocciato il ricorso dell'uomo volto a dimostrare che la sola chiamata effettuata dopo le 24 non era dettata dall'intento di "interferire nella sfera della libertà della ex moglie ma era stata fatta allo scopo di richiedere informazioni sul figlio".
"L'ora in cui era stata effettuata la telefonata, attorno alla mezzanotte, dimostrava sia l'obiettiva molesta intrusione in ore riservate al riposo sia l'evidente intenzione di Nicola di molestare la moglie piuttosto che di vedere il bambino, che a quell'ora avrebbe dovuto dormire".
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