Mafia, pentito: "Messina Denaro allo stadio a Palermo"
Il boss latitante Matteo Messina Denaro avrebbe assistito il 9 maggio scorso, sugli spalti dello stadio Renzo Barbera, all'incontro di calcio tra il Palermo e la Sampdoria, decisivo per l'accesso alla Champions League.
La presenza dell'erede di Riina e Provenzano, con tanto di maglia rosa nero, era legata a un summit di mafia che si sarebbe svolto proprio quel giorno per pianificare le strategie di Cosa Nostra. A raccontare il retroscena che ha dell'incredibile ai carabinieri del Ros sarebbe stata la stessa fonte che ha lanciato l'allarme circa il pericolo di nuovi attentati alla squadra mobile e al palazzo di giustizia di Palermo.
Le indicazioni raccolte in carcere dai carabinieri sono adesso al vaglio dei magistrati della direzione distrettuale antimafia Marcello Viola, Lia Sava e Francesco Del Bene, nonché del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che dovranno valutare l'attendibilità della fonte e cercare riscontri al suo racconto.
Secondo questa ricostruzione Messina Denaro era contrario al ritorno alla strategia delle bombe. Ma i boss palermitani insistevano, e del nuovo corso mafioso si sarebbe dovuto discutere in un'altra riunione. Ai "no" di Messina Denaro, i fautori della linea dura avrebbero risposto rilanciando: "Dovremmo fare due attentati in ogni provincia".
Il boss latitante Matteo Messina Denaro avrebbe assistito il 9 maggio scorso, sugli spalti dello stadio Renzo Barbera, all'incontro di calcio tra il Palermo e la Sampdoria, decisivo per l'accesso alla Champions League.
La presenza dell'erede di Riina e Provenzano, con tanto di maglia rosa nero, era legata a un summit di mafia che si sarebbe svolto proprio quel giorno per pianificare le strategie di Cosa Nostra. A raccontare il retroscena che ha dell'incredibile ai carabinieri del Ros sarebbe stata la stessa fonte che ha lanciato l'allarme circa il pericolo di nuovi attentati alla squadra mobile e al palazzo di giustizia di Palermo.
Le indicazioni raccolte in carcere dai carabinieri sono adesso al vaglio dei magistrati della direzione distrettuale antimafia Marcello Viola, Lia Sava e Francesco Del Bene, nonché del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che dovranno valutare l'attendibilità della fonte e cercare riscontri al suo racconto.
Secondo questa ricostruzione Messina Denaro era contrario al ritorno alla strategia delle bombe. Ma i boss palermitani insistevano, e del nuovo corso mafioso si sarebbe dovuto discutere in un'altra riunione. Ai "no" di Messina Denaro, i fautori della linea dura avrebbero risposto rilanciando: "Dovremmo fare due attentati in ogni provincia".
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