Nella foto il boss di Ryanair
Ryanair contro i risarcimenti da vulcano.
Il boss O'Leary: "Ci sono dei bastardi che hanno speso 30 euro di biglietto aereo e ne rivogliono indietro 3.000"
Le loro pretese sono "ridicole" e loro stessi sono dei "bastardi", perché hanno speso 30 euro per un volo e adesso ne chiedono 3.000 indietro, come risarcimento.
Non va tanto per il sottile il boss della Ryanair, Michael O'Leary, quando annuncia che la compagnia low-cost non è solo pronta a sfidare la direttiva europea in tema di risarcimento per i passeggeri vittime del vulcano Eyjafjallajökul, non dando loro neanche un centesimo, ma sta anche pensando di denunciare a sua volta alcuni governi del continente per la chiusura dello spazio aereo durante l'eruzione islandese, portando il caso davanti alla Corte europea, nella speranza così di spingere il Parlamento della Ue alla totale revisione della legge incriminata, che non pone limiti alle richieste di risarcimento da parte dei passeggeri.
Una mossa che segue quella della concorrente EasyJet, che si è detta pronta ad una "class action" contro i responsabili di quel divieto di volo che le sarebbe costato una perdita di 90 milioni di euro.
Tornando a O'Leary, a suo dire l'orientamento della Ue di offrire vitto e alloggio ai passeggeri rimasti a terra sarebbe "tutto un imbroglio", tanto che già nei primi giorni di aprile, quando ci furono i primi disagi, Ryanair si rifiutò di rimborsare almeno 300 mila passeggeri, salvo poi fare marcia indietro a seguito di una protesta pubblica.
"Rifiuteremo almeno 10 o 20 delle richieste di risarcimento più assurde provenienti da quei bastardi che hanno pagato 30 euro per un biglietto e che ora ne vogliono 3.000 indietro. Volete un esempio? C'è un passeggero irlandese che ha speso 34 euro per un viaggio alle Canarie e che ora ne rivuole indietro 2.900 per le spese di vitto e alloggio. Ma questo è solo uno dei tanti casi che riguardano questa vicenda".
Stando a O'Leary (che ha confermato che incasserà 20 milioni di euro grazie ai profitti registrati dalla compagnia e che sta pensando di ritirarsi nel 2012), Ryanair avrebbe perso 50 milioni di euro, compresi i 40 legati alla controversa legge, a causa delle bizze del vulcano islandese e delle decisioni dei governi di chiudere gli spazi aerei.
E anche se non si può considerare una diretta rappresaglia, è di certo, però, una coincidenza perlomeno sospetta la notizia che Ryanair abbia deciso di aumentare le tariffe per i bagagli durante il periodo estivo. E così, per i mesi di luglio e agosto, bisognerà sborsare 20 sterline per la prima valigia e 40 per le successive, ma se lo sfortunato passeggero dimenticherà di fare il check-in online, allora la mazzata sarà di 40 sterline per il primo bagaglio e addirittura il doppio per il secondo.
Una decisione che è stata condannata dalle associazioni di consumatori inglesi, che hanno accusato Ryanair di "cinico sfruttamento delle famiglie che viaggiano in economia", ma che la compagnia ha giustificato sottolineando che si tratta di un modo "per incentivare le persone a portare sempre meno bagaglio con sé".
Simona Marchetti
Il boss O'Leary: "Ci sono dei bastardi che hanno speso 30 euro di biglietto aereo e ne rivogliono indietro 3.000"
Le loro pretese sono "ridicole" e loro stessi sono dei "bastardi", perché hanno speso 30 euro per un volo e adesso ne chiedono 3.000 indietro, come risarcimento.
Non va tanto per il sottile il boss della Ryanair, Michael O'Leary, quando annuncia che la compagnia low-cost non è solo pronta a sfidare la direttiva europea in tema di risarcimento per i passeggeri vittime del vulcano Eyjafjallajökul, non dando loro neanche un centesimo, ma sta anche pensando di denunciare a sua volta alcuni governi del continente per la chiusura dello spazio aereo durante l'eruzione islandese, portando il caso davanti alla Corte europea, nella speranza così di spingere il Parlamento della Ue alla totale revisione della legge incriminata, che non pone limiti alle richieste di risarcimento da parte dei passeggeri.
Una mossa che segue quella della concorrente EasyJet, che si è detta pronta ad una "class action" contro i responsabili di quel divieto di volo che le sarebbe costato una perdita di 90 milioni di euro.
Tornando a O'Leary, a suo dire l'orientamento della Ue di offrire vitto e alloggio ai passeggeri rimasti a terra sarebbe "tutto un imbroglio", tanto che già nei primi giorni di aprile, quando ci furono i primi disagi, Ryanair si rifiutò di rimborsare almeno 300 mila passeggeri, salvo poi fare marcia indietro a seguito di una protesta pubblica.
"Rifiuteremo almeno 10 o 20 delle richieste di risarcimento più assurde provenienti da quei bastardi che hanno pagato 30 euro per un biglietto e che ora ne vogliono 3.000 indietro. Volete un esempio? C'è un passeggero irlandese che ha speso 34 euro per un viaggio alle Canarie e che ora ne rivuole indietro 2.900 per le spese di vitto e alloggio. Ma questo è solo uno dei tanti casi che riguardano questa vicenda".
Stando a O'Leary (che ha confermato che incasserà 20 milioni di euro grazie ai profitti registrati dalla compagnia e che sta pensando di ritirarsi nel 2012), Ryanair avrebbe perso 50 milioni di euro, compresi i 40 legati alla controversa legge, a causa delle bizze del vulcano islandese e delle decisioni dei governi di chiudere gli spazi aerei.
E anche se non si può considerare una diretta rappresaglia, è di certo, però, una coincidenza perlomeno sospetta la notizia che Ryanair abbia deciso di aumentare le tariffe per i bagagli durante il periodo estivo. E così, per i mesi di luglio e agosto, bisognerà sborsare 20 sterline per la prima valigia e 40 per le successive, ma se lo sfortunato passeggero dimenticherà di fare il check-in online, allora la mazzata sarà di 40 sterline per il primo bagaglio e addirittura il doppio per il secondo.
Una decisione che è stata condannata dalle associazioni di consumatori inglesi, che hanno accusato Ryanair di "cinico sfruttamento delle famiglie che viaggiano in economia", ma che la compagnia ha giustificato sottolineando che si tratta di un modo "per incentivare le persone a portare sempre meno bagaglio con sé".
Simona Marchetti
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