Storica Schiavone: finale a Parigi. Italiana batte la Dementieva per ritiro. Francesca Schiavone è nella storia.
Sulla terra rossa di Parigi la tennista milanese ha approfittato del ritiro di Elena Dementieva per centrare la finale al Roland Garros. La russa, perso il primo set per 7-6, si è avvicinata all'italiana e le ha stetto la mano, prima di lasciare il campo. Ora la Schiavone, prima italiana di sempre a giocarsi un titolo del Grande Slam, affronterà l'australiana Stosur, che ha demolito la serba Jankovic 6-1, 6-2.
Un trionfo ancor più inatteso perché arrivato quando nessuno si poteva aspettare che la partita sarebbe finita dopo il primo set, chiuso con il tie-break vinto dalla Schiavone per 7-3 dopo 69' di grande battaglia.
E invece, tra la sorpresa della stessa azzurra, è arrivata la resa dell'avversaria (numero 5 del tabellone e alle prese con un infortunio muscolare al polpaccio sinistra), che ha consegnato le chiavi del palcoscenico più importante alla nostra campionessa.
Un successo che da lunedì le permetterà di issarsi dal 17° almeno sino al 7° posto della classifica mondiale (6° se dovesse battere la Stosur, numero 7 a Parigi), cosa mai riuscita a una rappresentante del tennis tricolore, con la sola Flavia Pennetta capace di entrare nella "top ten" e che la prossima settimana tornerà numero 10. Mai successo: due italiane contemporaneamente nelle prime dieci.
"E' fantastico, ancora non riesco a rendermi conto di quello che ho fatto". Sono state le prime parole di Francesca Schiavone, dopo aver conquistato la finale del Roland Garros.
"E' un'emozione enorme. Ho scritto una pagina di storia per il mio Paese e per me. La Dementieva è stata top ten per 10 anni, sulla carta era la favorita. Non so perché si sia ritirata, non posso immaginarlo. Ma ora mi godo questo momento".
"Sarà bello poter incontrare nuovamente la Stosur perché abbiamo un tennis molto vario entrambe, non siamo solite tirare bordate, siamo due giocatrici che variano il gioco. Lei però ha molta forza, io un po' di meno, ma cercherò di gestire la cosa al meglio. Una volta che siamo qua ci proviamo, bisogna stare concentrati ancora due o tre giorni. Che dire? Proviamoci".
Sulla terra rossa di Parigi la tennista milanese ha approfittato del ritiro di Elena Dementieva per centrare la finale al Roland Garros. La russa, perso il primo set per 7-6, si è avvicinata all'italiana e le ha stetto la mano, prima di lasciare il campo. Ora la Schiavone, prima italiana di sempre a giocarsi un titolo del Grande Slam, affronterà l'australiana Stosur, che ha demolito la serba Jankovic 6-1, 6-2.
Un trionfo ancor più inatteso perché arrivato quando nessuno si poteva aspettare che la partita sarebbe finita dopo il primo set, chiuso con il tie-break vinto dalla Schiavone per 7-3 dopo 69' di grande battaglia.
E invece, tra la sorpresa della stessa azzurra, è arrivata la resa dell'avversaria (numero 5 del tabellone e alle prese con un infortunio muscolare al polpaccio sinistra), che ha consegnato le chiavi del palcoscenico più importante alla nostra campionessa.
Un successo che da lunedì le permetterà di issarsi dal 17° almeno sino al 7° posto della classifica mondiale (6° se dovesse battere la Stosur, numero 7 a Parigi), cosa mai riuscita a una rappresentante del tennis tricolore, con la sola Flavia Pennetta capace di entrare nella "top ten" e che la prossima settimana tornerà numero 10. Mai successo: due italiane contemporaneamente nelle prime dieci.
"E' fantastico, ancora non riesco a rendermi conto di quello che ho fatto". Sono state le prime parole di Francesca Schiavone, dopo aver conquistato la finale del Roland Garros.
"E' un'emozione enorme. Ho scritto una pagina di storia per il mio Paese e per me. La Dementieva è stata top ten per 10 anni, sulla carta era la favorita. Non so perché si sia ritirata, non posso immaginarlo. Ma ora mi godo questo momento".
"Sarà bello poter incontrare nuovamente la Stosur perché abbiamo un tennis molto vario entrambe, non siamo solite tirare bordate, siamo due giocatrici che variano il gioco. Lei però ha molta forza, io un po' di meno, ma cercherò di gestire la cosa al meglio. Una volta che siamo qua ci proviamo, bisogna stare concentrati ancora due o tre giorni. Che dire? Proviamoci".
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