Mafia, i pm chiedono 10 anni per Cuffaro. Richiesta di condanna per il senatore Udc.
"Accuse gravi anche per il ruolo di governatore regionale che ricoprì". Il processo si svolge con il rito abbreviato.
Dieci anni di condanna per Salvatore Cuffaro: è la richiesta avanzata dai pm nei confronti dell'ex presidente della Regione siciliana e attuale senatore dell'Udc. L'ex governatore è accusato di concorso in associazione mafiosa nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo, Vittorio Anania. La pena richiesta tiene conto della riduzione di un terzo previsto dal rito abbreviato.
I pm hanno deciso di non chiedere le attenuanti generiche per Cuffaro "perché i fatti di cui lo accusiamo sono veramente gravi anche per il suo ruolo di governatore regionale: per questa sua veste poteva partecipare in alcuni casi al Consiglio dei ministri".
"Abbiamo dimostrato che il sistema di controinformazioni messo in piedi da Salvatore Cuffaro era puntato a scoprire indagini sui rapporti tra la mafia ed esponenti politici o a lui collegati. È proprio la natura delle informazioni che ci fa capire la portata di questo sistema e di come si possa configurare l'accusa di concorso in associazione mafiosa".
Le testimonianze di pentiti e di soggetti vicini all'imputato hanno dato, secondo i pm, ulteriore conferma alle accuse. "Fin dal 1991 i contatti con Angelo Siino dimostrano l'esistenza del patto politico-mafioso stretto da Cuffaro con esponenti di Cosa Nostra".
Cuffaro, dopo la richiesta di pena, è uscito dall'aula in silenzio accompagnato dai suoi legali. In precedenza, il senatore aveva negato di essere in "società" con Aiello. "Io facevo solo delle segnalazioni per alcuni esami diagnostici, così come facevano anche altri politici e magistrati. Per questo devo essere considerato socio di Aiello?".
Il pm ha affermato che la moglie del senatore Cuffaro "è stata per poche ore socia di Aiello", avendogli ceduto quote di una società di un laboratorio di analisi. Ma Cuffaro si difende: "Se mai si può parlare di soci lo sono stati per un minuto, dal notaio".
Parlando poi della requisitoria, Cuffaro ha aggiunto: "La Procura sta ricostruendo la sua verità, poi noi nelle arringhe difensive risponderemo punto su punto alle accuse".
"Accuse gravi anche per il ruolo di governatore regionale che ricoprì". Il processo si svolge con il rito abbreviato.
Dieci anni di condanna per Salvatore Cuffaro: è la richiesta avanzata dai pm nei confronti dell'ex presidente della Regione siciliana e attuale senatore dell'Udc. L'ex governatore è accusato di concorso in associazione mafiosa nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo, Vittorio Anania. La pena richiesta tiene conto della riduzione di un terzo previsto dal rito abbreviato.
I pm hanno deciso di non chiedere le attenuanti generiche per Cuffaro "perché i fatti di cui lo accusiamo sono veramente gravi anche per il suo ruolo di governatore regionale: per questa sua veste poteva partecipare in alcuni casi al Consiglio dei ministri".
"Abbiamo dimostrato che il sistema di controinformazioni messo in piedi da Salvatore Cuffaro era puntato a scoprire indagini sui rapporti tra la mafia ed esponenti politici o a lui collegati. È proprio la natura delle informazioni che ci fa capire la portata di questo sistema e di come si possa configurare l'accusa di concorso in associazione mafiosa".
Le testimonianze di pentiti e di soggetti vicini all'imputato hanno dato, secondo i pm, ulteriore conferma alle accuse. "Fin dal 1991 i contatti con Angelo Siino dimostrano l'esistenza del patto politico-mafioso stretto da Cuffaro con esponenti di Cosa Nostra".
Cuffaro, dopo la richiesta di pena, è uscito dall'aula in silenzio accompagnato dai suoi legali. In precedenza, il senatore aveva negato di essere in "società" con Aiello. "Io facevo solo delle segnalazioni per alcuni esami diagnostici, così come facevano anche altri politici e magistrati. Per questo devo essere considerato socio di Aiello?".
Il pm ha affermato che la moglie del senatore Cuffaro "è stata per poche ore socia di Aiello", avendogli ceduto quote di una società di un laboratorio di analisi. Ma Cuffaro si difende: "Se mai si può parlare di soci lo sono stati per un minuto, dal notaio".
Parlando poi della requisitoria, Cuffaro ha aggiunto: "La Procura sta ricostruendo la sua verità, poi noi nelle arringhe difensive risponderemo punto su punto alle accuse".
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