Caro sindaco di Marsala, cara amministrazione. A distanza di sei anni ritorno a fare una proposta all'amministrazione attuale. Sei anni fa il sindaco Galfano forse si è fatto una risata a leggere questa proposta, fatta da un cittadino marsalese per un cittadino napoletano.
Adesso la ripropongo a voi. Sedici anni fa moriva Massimo Troisi. Vorrei fare una proposta che farebbe onore alla nostra città: dedichiamo una via o una piazza al grande attore napoletano. Massimo è il personaggio che tutta l'Italia ancora rimpiange. Ci manca, ci mancherà sempre.
Ricordo che sedici anni fa ho pianto tantissimo alla notizia della sua prematura morte. Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca ed in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Si era fatto conoscere come comico con il gruppo "La smorfia", ed aveva raggiunto il successo con "Non Stop", una di quelle trasmissioni-laboratorio della Rai.
Sono passati soltanto pochi anni e sembra un'eternità. La tv schiava dell'audience, la tv commerciale ha disintegrato anche la capacità di far ridere intelligentemente. Nei suoi film c'erano tutti i dubbi e le disillusioni della sua generazione, ma anche tutto il suo senso della vita, la sua filosofia basata sull'arte di accontentarsi, forse anche un po' della sua famosa pigrizia.
Come solo i "grandi", sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro. "Il postino di Neruda" lo aveva inseguito per anni, dopo aver scoperto il libro di Skàrmeta, un autore cileno.
Forse per una volta ha voluto controllare il suo cuore per riuscire a portare a termine un progetto tanto amato. La sua vena artistica era caratterizzata da un mix di genialità, simpatia e malinconia e gli ha fornito l'ispirazione per i suoi più bei film.
Troisi era il più speciale che io abbia mai conosciuto. Il Sud, senza Troisi, ha perso una voce importante. Massimo ha restituito al cinema la vera commedia all'italiana e ha testimoniato con la sua professionalità la forza di una Sud che va avanti, nonostante tutto.
Massimo era un interprete intelligente dei bisogni della gente comune, portavoce della ansie di solidarietà, onestà e fraternità e trasmetteva la voglia di vivere, un testimone del nostro tempo. Ci ha lasciato un uomo sensibile, dolce e ironico.
"Ci manchi tanto Massimo, la tua parlata, il tuo gesticolare, le battute istintive la tua gran voglia di comunicare. Ci manchi Massimo, le tue mimiche uniche, inconfondibili, la tua maschera comica. Paradiso... non potevi attendere?"
Il meridione, al centro dell'attenzione in questi giorni anche per il successo cinematografico del film "Benvenuti al Sud", sarebbe felice di questa possibilità, credo.
Adesso la ripropongo a voi. Sedici anni fa moriva Massimo Troisi. Vorrei fare una proposta che farebbe onore alla nostra città: dedichiamo una via o una piazza al grande attore napoletano. Massimo è il personaggio che tutta l'Italia ancora rimpiange. Ci manca, ci mancherà sempre.
Ricordo che sedici anni fa ho pianto tantissimo alla notizia della sua prematura morte. Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca ed in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Si era fatto conoscere come comico con il gruppo "La smorfia", ed aveva raggiunto il successo con "Non Stop", una di quelle trasmissioni-laboratorio della Rai.
Sono passati soltanto pochi anni e sembra un'eternità. La tv schiava dell'audience, la tv commerciale ha disintegrato anche la capacità di far ridere intelligentemente. Nei suoi film c'erano tutti i dubbi e le disillusioni della sua generazione, ma anche tutto il suo senso della vita, la sua filosofia basata sull'arte di accontentarsi, forse anche un po' della sua famosa pigrizia.
Come solo i "grandi", sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro. "Il postino di Neruda" lo aveva inseguito per anni, dopo aver scoperto il libro di Skàrmeta, un autore cileno.
Forse per una volta ha voluto controllare il suo cuore per riuscire a portare a termine un progetto tanto amato. La sua vena artistica era caratterizzata da un mix di genialità, simpatia e malinconia e gli ha fornito l'ispirazione per i suoi più bei film.
Troisi era il più speciale che io abbia mai conosciuto. Il Sud, senza Troisi, ha perso una voce importante. Massimo ha restituito al cinema la vera commedia all'italiana e ha testimoniato con la sua professionalità la forza di una Sud che va avanti, nonostante tutto.
Massimo era un interprete intelligente dei bisogni della gente comune, portavoce della ansie di solidarietà, onestà e fraternità e trasmetteva la voglia di vivere, un testimone del nostro tempo. Ci ha lasciato un uomo sensibile, dolce e ironico.
"Ci manchi tanto Massimo, la tua parlata, il tuo gesticolare, le battute istintive la tua gran voglia di comunicare. Ci manchi Massimo, le tue mimiche uniche, inconfondibili, la tua maschera comica. Paradiso... non potevi attendere?"
Il meridione, al centro dell'attenzione in questi giorni anche per il successo cinematografico del film "Benvenuti al Sud", sarebbe felice di questa possibilità, credo.
Enzo Amato
grazie enzo!
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