Pipì in autostrada in corsia d'emergenza: è violazione del codice
Chi si ferma in autostrada sulla corsia di emergenza per fare pipì viola il codice della strada: espletare i propri bisogni non è considerato un malore e, dunque, una situazione di estrema necessità.
È uno dei motivi per cui il Tribunale civile di Livorno ha attribuito il 65 per cento delle responsabilità di un incidente a un uomo che, dopo essersi fermato sulla corsia di emergenza per un "urgentissimo" bisogno fisiologico, nel risalire in macchina è stato investito da un'auto pirata e ha perso una gamba.
L'incidente avvenne nel 2006 sul tratto di autostrada Rosignano-Livorno. L'uomo ora ha 72 anni ed è costretto a vivere su una seggiola a rotelle: di ritorno da una vacanza trascorsa in Toscana, per un "urgentissimo bisogno" fisiologico si fermò, mettendo le quattro frecce, sulla corsia di emergenza e, prima ancora di aprire la portiera per rientrare in macchina e riprendere il viaggio, venne travolto da un'auto.
Nell'incidente l'uomo perse la gamba destra che gli venne amputata in ospedale. Avviò una causa civile per chiedere il risarcimento al Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada, non essendo mai stato trovato l'automobilista pirata.
Il giudice livornese, lo scorso 22 settembre, nel suo provvedimento ha rilevato che il comportamento della vittima sia stato contrario al codice della strada in quanto il fermarsi sulla corsia d'emergenza per fare pipì non può essere considerato un malessere che costringe il guidatore a interrompere immediatamente il viaggio, "essendo certamente possibile, una volta iniziato a sentire il relativo stimolo, raggiungere la più vicina area di servizio" o in caso di estrema necessità fermarsi nelle molteplici "piazzole di sosta".
In più "la gravità del comportamento" tenuto dall'uomo è "resa ancor più evidente" dal fatto che, essendo per altro buio, non ha indossato il giubbotto catarifrangente e non ha prestato la dovuta attenzione accertandosi, nel risalire in auto, che non sopraggiungessero altri veicoli.
Chi si ferma in autostrada sulla corsia di emergenza per fare pipì viola il codice della strada: espletare i propri bisogni non è considerato un malore e, dunque, una situazione di estrema necessità.
È uno dei motivi per cui il Tribunale civile di Livorno ha attribuito il 65 per cento delle responsabilità di un incidente a un uomo che, dopo essersi fermato sulla corsia di emergenza per un "urgentissimo" bisogno fisiologico, nel risalire in macchina è stato investito da un'auto pirata e ha perso una gamba.
L'incidente avvenne nel 2006 sul tratto di autostrada Rosignano-Livorno. L'uomo ora ha 72 anni ed è costretto a vivere su una seggiola a rotelle: di ritorno da una vacanza trascorsa in Toscana, per un "urgentissimo bisogno" fisiologico si fermò, mettendo le quattro frecce, sulla corsia di emergenza e, prima ancora di aprire la portiera per rientrare in macchina e riprendere il viaggio, venne travolto da un'auto.
Nell'incidente l'uomo perse la gamba destra che gli venne amputata in ospedale. Avviò una causa civile per chiedere il risarcimento al Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada, non essendo mai stato trovato l'automobilista pirata.
Il giudice livornese, lo scorso 22 settembre, nel suo provvedimento ha rilevato che il comportamento della vittima sia stato contrario al codice della strada in quanto il fermarsi sulla corsia d'emergenza per fare pipì non può essere considerato un malessere che costringe il guidatore a interrompere immediatamente il viaggio, "essendo certamente possibile, una volta iniziato a sentire il relativo stimolo, raggiungere la più vicina area di servizio" o in caso di estrema necessità fermarsi nelle molteplici "piazzole di sosta".
In più "la gravità del comportamento" tenuto dall'uomo è "resa ancor più evidente" dal fatto che, essendo per altro buio, non ha indossato il giubbotto catarifrangente e non ha prestato la dovuta attenzione accertandosi, nel risalire in auto, che non sopraggiungessero altri veicoli.
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