giovedì 14 ottobre 2010

Sarah Scazzi: sospetti su un possibile complice

La mamma: "Per ora non voglio vedere la famiglia di mia sorella".

Ancora, nonostante siano trascorsi 8 giorni dal ritrovamento del corpo di Sarah, un velo di mistero insiste su questa tragica è assurda vicenda. Gli specialisti dell’Arma dei carabinieri continuano nel loro lavoro certosino e stanno analizzando diversi numeri di cellulare che in qualche modo hanno potuto avere a che fare con questa storia.

I cellulari esaminati dai militari del colonnello Giovanni Di Blasio, sono quelli di Sabrina, di Ivano, del padre di Sabrina (lo zio Michele) e di Mariangela. Da questi telefonini sono partiti una serie di sms il pomeriggio del 26 agosto, ma questi sms risultano cancellati dagli apparecchi, il lavoro dei carabinieri è quindi più complesso.

Dalla ricostruzione degli sms si potrebbero, ad esempio conoscere gli spostamenti di Sabrina e del padre. Una cosa al momento pare certa, che i due quel pomeriggio, almeno fino alle 16,30 non fossero nella stessa zona, stando a quanto si rileva dalle celle telefoniche.

Intanto, Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah Scazzi, ieri per la prima volta dopo il ritrovamento del cadavere della figlia ha parlato, spiegando che al momento non se la sente di tornare ad avere rapporti con la famiglia del cognato Michele Misseri, l'uomo che ha confessato il delitto.

"Il vocabolario non ha parole per definire l’assassino di mia figlia".


Quindi dopo la visita
di venerdì scorso, quando Concetta andò a casa Misseri per abbracciare la sorella e dirle che sapeva bene che loro non c’entravano nulla, c’è stato un allontanamento vistoso.

"Non conviene in questo momento continuare ad avere rapporti con loro".


Oggi nel cimitero di Avetrana
sarà tumulata Sarah. L'amministrazione comunale a tempo di record è riuscita a costruire una cappella monumentale che raccoglierà i resti della povera ragazza.

Intanto parla Michele Misseri al suo avvocato, Daniele Galoppa: "Mi sono pentito mentre quel pomeriggio, dopo aver sepolto nel pozzo il corpo di Sarah, mi sono messo a bruciare i vestiti".

Misseri, che ha reso ampia confessione agli investigatori, ha raccontato di aver successivamente abusato del corpo della nipote prima di farlo sparire in fondo ad un pozzo, dove lui stesso 42 giorni dopo lo ha fatto ritrovare: ora è rinchiuso in una cella di isolamento del carcere di Taranto.

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