mercoledì 4 febbraio 2009

Enzo Amato, la mela marcia della società


La parola scuote, la parola offende, la parola esprime un pensiero. La parola punge, pugnala, corregge. La parola dovrebbe essere libera: libera di esprimersi, libera di arrivare a tutti, libera di sconquassare le facoltà mentali delle genti.

Una volta si poteva manifestare la propria convinzione, divulgare la propria idea, trasmettere il proprio concetto. Adesso lo scritto sincero, non offensivo e schietto, di un buono nulla come me, diventa "spazzatura".

Adesso, il "reazionario" Enzo Amato, scrive da antidemocratico, essendo: un settario, un incoerente, un antidemocratico e un supponente. Le accetto tutte queste "qualifiche" dell'onorevole del Pd. Sono il simbolo dell'incapacità del centrosinistra trapanese. E per dire la verità non mi aspettavo di fare tutti questi danni a una intera coalizione: esprimendo ad ogni elezione il mio umile voto, per i partiti progressisti, sono riuscito a far prendere agli avversari fino a oltre il 70%.

Il presidente della provincia Turano dovrebbe premiarmi: voto per la sinistra e porto acqua al mulino alla destra. Forte questa cosa. O sono veramente vitale come "capofila politico" oppure siamo veramente in tanti che, delusi da una guida partitica di alcuni esponenti longevi, riusciamo a trasmettere agli elettori il concetto di "meglio votare per gli altri".

La parola, a questo punto, "infastidisce". Infastidisce, in verità, perchè c'è nullità di ribellione tra la popolazione, c'è una piatta incredibile, c'è stanchezza di combattere, c'è poca voglia di credere e poca volontà di contrastare i mali di questa attuale società. Se ci fate caso, in periodi lontani da elezioni, i nostri "eletti" (tutti) sono nascosti da qualche parte, in letargo. Spunteranno prima o poi, li rivedremo prossimamente. Appena ci sarà "scuscio" di votazioni. Torneranno. Bisognerà tornare a farsi "vedere", bisognerà tornare a dire parole ad effetto, parole che colpiscano gli elettori.

Tutti si preoccuperanno improvvisamente della crisi vitivinicola, tutti avranno soluzioni, proposte, suggerimenti per questa smisurata crisi. Tutti che... "non è colpa mia, manco del mio partito, ne della mia coalizione". Tutti che... "sistemeremo tutto al più presto, basta avere fiducia in me/noi".

La forza di queste parole servono a farli rieleggere, a rimetterli ancora una volta ai loro posti "naturali", quasi come se ci spettasse di diritto, per le "parole" dette a difesa dei lavoratori della terra. Ma dove sono adesso? Perchè non "ora"? Avremo il coraggio di capire chi della parola ne farà abuso o strumento per i propri interessi elettorali? Ma forse io sono solo uno stupido "razzista" invidioso.

Le parole hanno un grande peso, non è vero che sono aria.

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