giovedì 11 giugno 2009

Tutti felici e contenti, anche la Giulia

Alla fine sono sempre tutti contenti e felici.

Dopo una tornata elettorale nessuno è mai scontento del risultato, nessuno mai ammette di aver perso rispetto all'avversario, nessuno mai ammette di aver fallito. Sono tutti felici, sempre.

Anche a livello locale le cose vanno in questa direzione: l'on. Giulia Adamo va in tv per ribadire che "lei" ha preso un tot di voti in più rispetto al cugino Renzo e al compagno di "mezza avventura" Massimo. Lei non ha portato al Parlamento Europeo il suo candidato prediletto ma a Marsala ha vinto la sua battaglia, mentre a Mazara ha fatto bella figura con il suo Scilla che non è arrivato al ballottaggio. Felice di tutto quindi.

Nello sport alla fine ci sono sempre i vincitori e i vinti, nella politica invece vincono tutti: anche quelli che prendono lo 0,5% dei consensi; anche quelli che straperdono rispetto a un altro grande partito dell'altra coalizione; anche quelli che vedono diminuire abbondantemente i propri consensi nell'arco di pochi mesi.

Sostiene Fassino: "Non c'è stato lo sfondamento di cui parlava Berlusconi. Anzi, il Pdl è abbondantemente lontano dal 45%. Il Pd è una delle principali forze in campo progressista in Europa".

Afferma Cicchitto: "È evidente che su di noi pesa l'astensionismo, tuttavia l'area di governo si consolida mentre il partito di Franceschini viene cannibalizzato da Di Pietro".

Il capogruppo alla Camera della Lega Nord, Cota: "Per la Lega c'è un'avanzata rispetto alle politiche. Tale risultato rafforzerà l'azione del governo, perché la Lega è nel governo".

E Casini: "Siamo molto soddisfatti, considerando che l'Udc era fuori dai due blocchi. Di Pietro si è giovato della politica della demagogia, il risultato positivo della Lega viene dal fatto che si trova nella condizione di alleato privilegiato".

Da quando mi reco alle urne, il balletto delle dichiarazioni post voto è rimasto sostanzialmente identico a se stesso. Tutti hanno vinto, nessuno ha perso. Mai che un giornalista si alzi in piedi e domandi: "Onorevole, che cacchio sta dicendo?". E poi la matematica non è un'opinione.

Con le cifre, le percentuali, le statistiche, si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. Soprattutto se si sparano a casaccio ad uso propagandistico, per manipolare quel che resta dell'opinione pubblica. Oppure forzandole senza un minimo di decenza, allo scopo di farsi valere presso i partiti alleati. I numeri possono essere argomento di discussione, certo. Ma bisognerebbe ragionare a partire da essi e non su di essi.

Il fatto è che il mondo della politica non ha dimestichezza con la quotidianità della gente, e s'illude così di interpretarne necessità e aspirazioni. Come i maghi e i veggenti che predicono il futuro con le carte e le chiacchiere. E il paragone non è per niente fuori luogo: il livello è quello, con la differenza che i veggenti sono spesso più divertenti. C'è chi è contento di non aver spopolato e chi è felice d'aver perso un ulteriore 7% circa. Tutto è relativo.

Tra l'altro, mi pare che nessuno abbia commentato a dovere la percentuale degli astenuti: il partito numericamente più forte. La sinistra, infine, è sempre felice: parlano ancora di Noemi e della festa di fine anno in Sardegna e Napoli premia il Pdl per averla ripulita dal pattume che Verdi e Sinistra (tutta) avevano lasciato in eredità. Nonostante qualcuno affermasse che Napoli non fosse stata ripulita. Ovviamente nessuno a Sinistra chiese le dimissioni della Iervolino e di Bassolino... D'altra parte "ogni scarrafone è bello 'a mamma soia".

Ora un altro congresso per il Pd: come da tradizione, la Sinistra cambia leader ad ogni tornata elettorale, in coerenza con la chiarezza d'intenti che da sempre dimostra quando governa. Ma attenzione, ora c'è un vento nuovo che soffia su una "piccola velina" che, con il suo bel viso e il suo discorso scontato (ma infarcito di sorrisini) ha incantato la platea del Pd.

Ma se Debora Serrachiani insidia "Papi", allora largo ai giovani, altrimenti oltre a perdere voti, la Sinistra, rischierebbe di perdere nuovamente tempo.
Enzo Amato

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