Alunni con la divisa. Iniziativa per azzerare le differenze
Basta capi firmati, basta mutande che spuntano dai pantaloni, basta ombelichi che fanno capolino dalla maglietta. Per i 353 allievi delle medie dell'istituto comprensivo di San Fior, nel Trevigiano, da gennaio è obbligatoria la divisa: polo sotto, felpa con il marchio della scuola (azzurra per i maschi, rossa per le femmine) sopra. Il tutto per annullare le differenze, vestendo tutti i ragazzi allo stesso modo, e per proporre uno stile consono al luogo.
Qualche divisione c'era stata anche all'interno dello stesso Consiglio d'istituto che ha approvato l'introduzione della divisa scolastica: a dicembre, durante la votazione del provvedimento, ci furono tre voti contrari e un astenuto. Ma con la maggioranza del Consiglio a favore, l'iniziativa è partita e ormai sembra che non ci siano più dubbi da parte di nessuno sulla bontà dell'esperimento.
Il figlio dell'industriale e il figlio dell'operaio indossano lo stesso vestito prescritto dalla scuola. E per lo meno a scuola non si assisterà più alla competizione fra alunni che hanno la maglietta griffata e i compagni che portano i vestiti dalla bancarelle. Non va sottovalutato che spesso i ragazzi, stereotipati dai modelli dei media riproponendo scollature e ombelico in vista, reiterano uno stile tutt'altro che sobrio e consono all'ambiente educativo.
Perché lo scopo principale della divisa è proprio quello di rafforzare il senso di appartenenza a un gruppo e livellare la condizione sociale degli studenti. La divisa fornisce una forma di uguaglianza durante l'attività scolastica sia tra studenti sia nei confronti degli insegnanti, talvolta i primi a discriminare di fronte all’apparenza.
Gli adulti hanno spesso abdicato al loro ruolo educativo lasciando i bambini e gli adolescenti troppo soli a dover trovare la propria strada, facili prede dei messaggi televisivi del consumismo e delle suggestioni del gruppo di coetanei. Naturalmente la divisa scolastica non può risolvere tutto questo, ma certo rappresenta il segno di una inversione di tendenza.
Le felpe e le polo sono state acquistate direttamente dall'istituto, con un contributo di una banca locale e con parte del denaro versato dai genitori all'inizio dell'anno: per ogni famiglia la spesa è di 12 euro per le felpe e 7 euro per le polo, una cifra accessibile a tutti.
Basta capi firmati, basta mutande che spuntano dai pantaloni, basta ombelichi che fanno capolino dalla maglietta. Per i 353 allievi delle medie dell'istituto comprensivo di San Fior, nel Trevigiano, da gennaio è obbligatoria la divisa: polo sotto, felpa con il marchio della scuola (azzurra per i maschi, rossa per le femmine) sopra. Il tutto per annullare le differenze, vestendo tutti i ragazzi allo stesso modo, e per proporre uno stile consono al luogo.
Qualche divisione c'era stata anche all'interno dello stesso Consiglio d'istituto che ha approvato l'introduzione della divisa scolastica: a dicembre, durante la votazione del provvedimento, ci furono tre voti contrari e un astenuto. Ma con la maggioranza del Consiglio a favore, l'iniziativa è partita e ormai sembra che non ci siano più dubbi da parte di nessuno sulla bontà dell'esperimento.
Il figlio dell'industriale e il figlio dell'operaio indossano lo stesso vestito prescritto dalla scuola. E per lo meno a scuola non si assisterà più alla competizione fra alunni che hanno la maglietta griffata e i compagni che portano i vestiti dalla bancarelle. Non va sottovalutato che spesso i ragazzi, stereotipati dai modelli dei media riproponendo scollature e ombelico in vista, reiterano uno stile tutt'altro che sobrio e consono all'ambiente educativo.
Perché lo scopo principale della divisa è proprio quello di rafforzare il senso di appartenenza a un gruppo e livellare la condizione sociale degli studenti. La divisa fornisce una forma di uguaglianza durante l'attività scolastica sia tra studenti sia nei confronti degli insegnanti, talvolta i primi a discriminare di fronte all’apparenza.
Gli adulti hanno spesso abdicato al loro ruolo educativo lasciando i bambini e gli adolescenti troppo soli a dover trovare la propria strada, facili prede dei messaggi televisivi del consumismo e delle suggestioni del gruppo di coetanei. Naturalmente la divisa scolastica non può risolvere tutto questo, ma certo rappresenta il segno di una inversione di tendenza.
Le felpe e le polo sono state acquistate direttamente dall'istituto, con un contributo di una banca locale e con parte del denaro versato dai genitori all'inizio dell'anno: per ogni famiglia la spesa è di 12 euro per le felpe e 7 euro per le polo, una cifra accessibile a tutti.
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