Solo lo 0,5% torna al Meridione e due su dieci restano al Nord.
La sento ripetere da tempo ormai questa leggenda dei professori meridionali che vanno al Nord, rubano i posti ai settentrionali e dopo un anno si fanno trasferire al Sud lasciando stuoli di studenti a dover ricominciare da capo con un nuovo insegnante, forse ancora di origini meridionali, in una progressione senza fine che provoca danni irreversibili nei ragazzi del nord per colpa dei soliti prof del sud, un po' maneggioni, un po' approfittatori, di sicuro incapaci di stare alle regole del gioco e anche ladri di posti altrui.
Su questa favola si è costruita una parte del consenso del centrodestra nei confronti della proposta della Lega e poi del governo di realizzare graduatorie regionali per il reclutamento dei professori. C'è un solo, vero punto debole in questo ragionamento, i dati.
La Fondazione Agnelli li aveva pubblicati nei mesi scorsi sottolineando in neretto che dalla lettura dell'analisi "risultano smentiti convincimenti talvolta presenti nell'opinione pubblica e nelle forze politiche, ad esempio quelli della mobilità di rientro degli insegnanti meridionali".
Le cifre raccontano una realtà ben diversa: su 120 mila domande di trasferimento l'anno sono 692, lo 0,5%, quelle che riguardano prof che dal Nord vanno al Sud. E al Nord fra gli insegnanti di ruolo 2 su 10 sono originari del Sud.
Flavia Amabile
Tutti i dati potete trovarli a questo link
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