"Il Piave si è preso Luca"
"Mi fa schifo vivere così. Però non dimenticatemi. Basta, sono stanco di tutto e tutti. Non mi fido più di nessuno, mi fa troppo schifo vivere così e ci sono troppo dentro per venirne fuori".
"Voglio andarmene da qui, mi servirebbe un po' di relax... Chiedo solo una cosa alle persone che ci tengono a me: non dimenticatemi".
"Mi fa schifo vivere così. Però non dimenticatemi. Basta, sono stanco di tutto e tutti. Non mi fido più di nessuno, mi fa troppo schifo vivere così e ci sono troppo dentro per venirne fuori".
"Voglio andarmene da qui, mi servirebbe un po' di relax... Chiedo solo una cosa alle persone che ci tengono a me: non dimenticatemi".
Aveva 17 anni, con la maggiore età che si trovava lì a due passi, il 23 giugno.
La tragedia nella tarda serata di mercoledì, spinta da un malessere interiore, espressa un paio d'ore prima su Facebook, quando scrive "Basta sono stanco di tutto e tutti, mi fa troppo schifo vivere".
Messaggio cui fanno seguito anche telefonate a casa, a Musile, da parte degli amici. Ma verso le 23 Luca Furlan è sul Ponte della Vittoria con il suo scooter. Qualche minuto e dal cinema Cristallo, che si trova in Golena, scatta l'allarme.
Racconta la scena Alessandro Priviero, che con il padre Giuliano gestisce la sala: "Erano quasi le 23.15 quando un paio di clienti appena usciti rientrano dicendomi che sentivano delle urla provenire dal Piave. Con loro e un'altra coppia decidiamo di andare a vedere: effettivamente si sentiva una persona che, dal Piave, invocava aiuto".
"Non si vedeva bene, per cui abbiamo chiesto dove fosse. Dopo avere detto 'Papà scusa, ho fatto una cavolata', è scomparso una prima volta, per poi riemergere. Abbiamo dato l'allarme, mentre un mio amico si stava spogliando perché voleva tuffarsi. Ma pochi istanti dopo non si sentiva più".
Il giovane era stato risucchiato dalle torbide acque del fiume. Nel frattempo arrivano i vigili del fuoco, i carabinieri, gli stessi genitori di Luca. Quindi i sommozzatori di Vicenza che avviano le ricerche.
Priviero: "Si vedeva male, si vedeva male... Gli urlavamo di venire verso la riva, che non lo vedevamo, ma lui era sfinito. Una cosa che mi rimarrà impressa nella mente per sempre".
I sommozzatori iniziano a scandagliare il fiume, nonostante il buio renda difficoltosa l'operazione. Viene ritrovato il casco, ma del ragazzo nessuna traccia. Alle 2.30 l'interruzione, alle 8 del mattino di ieri si riprende, anche con l'ausilio di un elicottero. Ma ancora nulla. Le ricerche verranno riprese questa mattina.
Un episodio che sconvolge per la giovane età di Luca e per come si è consumata la tragedia. Rimane quel senso di forte dolore in chi lo conosceva, ma anche in chi, mercoledì sera, non ha potuto fare nulla per salvarlo e che ora propone di attrezzare l'area per emergenze di questo tipo.
Priviero: "Dovrebbe essere attrezzata per interventi di emergenza, magari con un salvagente, una corda o non so cos'altro. Se qualcuno scivola accidentalmente dentro il fiume, non c'è modo per aiutarlo".
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