"Sicilia, o cara". Un viaggio sentimentale un libro di Giuseppe Culicchia.
Giuseppe Culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino, innocente, curioso, pieno di meraviglia, per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
"Ogni volta che torno in Sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in Sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta". Questo è il racconto del viaggio del Culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver "ascoltato" la Sicilia attraverso le favole.
"La favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da Ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'Afrikakorps" - e averla "vista" dalle sbiadite foto in bianco e nero.
Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di Torino, il treno che taglia di netto l'Italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo Giuseppe arriva in Sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole.
Palermo, Trapani e finalmente Marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito: "Ma tu Peppe sei! Peppe come tuo nonno Giuseppe Culicchia! Pippinu! Pippinu Piruzzu!". L'orizzonte si allarga sul mare e Torino sembra appartenere a un'altra vita.
Giuseppe Culicchia è nato a Torino nel 1965. Ormai considerato una delle voci più autentiche della narrativa italiana degli ultimi anni. Ispirato da autori come Hemingway, Carver, Bukowski e Brett Easton Ellis, ha esordito nel 1994 con "Tutti giù per terra", romanzo che si è rivelato uno dei casi letterari più sorprendenti degli ultimi anni. In esso lo scrittore racconta le vicende di un giovane poco più che ventenne, che affronta le paure, le incertezze e la fragilità del mondo giovanile nella Torino di fine anni Ottanta con perplessità, disillusione e soprattutto un'irresistibile ironia. Davide Ferrario ne ha tratto l'omonimo film interpretato da Valerio Mastandrea.
Giuseppe Culicchia collabora con numerose riviste e quotidiani, tra cui La Stampa. Tra i libri più importanti: "Torino è casa mia", "Brucia la città", "Liberi tutti, quasi", "Un'estate al mare", "Sorprendente Torino", "Ecce Toro", "Il paese delle meraviglie", "Tutti giù per terra", "Ambarabà", "Bla bla bla", "Paso doble", "A spasso con Anselm"...
Giuseppe Culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino, innocente, curioso, pieno di meraviglia, per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
"Ogni volta che torno in Sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in Sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta". Questo è il racconto del viaggio del Culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver "ascoltato" la Sicilia attraverso le favole.
"La favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da Ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'Afrikakorps" - e averla "vista" dalle sbiadite foto in bianco e nero.
Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di Torino, il treno che taglia di netto l'Italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo Giuseppe arriva in Sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole.
Palermo, Trapani e finalmente Marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito: "Ma tu Peppe sei! Peppe come tuo nonno Giuseppe Culicchia! Pippinu! Pippinu Piruzzu!". L'orizzonte si allarga sul mare e Torino sembra appartenere a un'altra vita.
Giuseppe Culicchia è nato a Torino nel 1965. Ormai considerato una delle voci più autentiche della narrativa italiana degli ultimi anni. Ispirato da autori come Hemingway, Carver, Bukowski e Brett Easton Ellis, ha esordito nel 1994 con "Tutti giù per terra", romanzo che si è rivelato uno dei casi letterari più sorprendenti degli ultimi anni. In esso lo scrittore racconta le vicende di un giovane poco più che ventenne, che affronta le paure, le incertezze e la fragilità del mondo giovanile nella Torino di fine anni Ottanta con perplessità, disillusione e soprattutto un'irresistibile ironia. Davide Ferrario ne ha tratto l'omonimo film interpretato da Valerio Mastandrea.
Giuseppe Culicchia collabora con numerose riviste e quotidiani, tra cui La Stampa. Tra i libri più importanti: "Torino è casa mia", "Brucia la città", "Liberi tutti, quasi", "Un'estate al mare", "Sorprendente Torino", "Ecce Toro", "Il paese delle meraviglie", "Tutti giù per terra", "Ambarabà", "Bla bla bla", "Paso doble", "A spasso con Anselm"...
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