mercoledì 2 dicembre 2009

La Sicilia dall'amaro (Averna) in corsa

L'Averna lascia la Sicilia.

Una notizia che lascia l'amaro in bocca
. Un'altra azienda, quindi, che se ne va... Questa nostra Isola sta affondando in ogni senso! E dopo la Fiat anche l'Amaro Averna. Chi il prossimo?

Forse i politici dovrebbero occuparsi di queste "cose" più che delle alleanze e altre fesserie che interessano solo alle loro poltrone!

Piove sempre più intensamente sul bagnato. Una Sicilia attanagliata dalla forte crisi economica e da una spaventosa fame di lavoro sta assistendo inerme allo smantellamento della sua rete industriale.

Un'altra prova evidente che c'è tanto che non và in Sicilia, dalla legislazione che non ci assiste, ai presunti imprenditori che dopo tanti anni non sono riusciti ad affrancarsi dai soliti "lazzi e lazziceddri" siciliani.

L'etichetta della bottiglia che recita "Amaro Siciliano" resterà ora come simbolo dell'ennesima "amara" beffa ai danni del popolo di Sicilia. O magari diventerà l'Amaro Emiliano? Mafia, politica, ignoranza e non capacità di ragionare un pochino ci renderà sempre più la Regione dal massimo potenziale (terra più bella del mondo) ma dal minimo profitto.

Il gruppo nisseno Averna, produttore dell'omonimo e noto amaro, ha deciso di chiudere lo stabilimento che si trova in contrada Xiboli, a Caltanissetta, per spostare la produzione a Finale Emilia, in provincia di Modena.

La scelta è stata maturata per via della crisi che sta invadendo la penisola e che rende ancora più dispendiosa la produzione entro i confini siculi. Il prossimo stabilimento, il cui sito è stato scelto strategicamente per abbattere i costi di distribuzione, produzione e del personale, dovrebbe essere il "Casone fabbricazione liquori".

Problemi, ovviamente, per i lavoratori di Caltanissetta, dove si è cominciato a produrre l'amaro agli inizi del '900. Ma l'azienda è in trattativa con le organizzazione sindacali, nel tentativo di preservare il futuro dei dipendenti.

Nell'aria c'era già il sentore di un qualche stravolgimento, dato che i lavoratori dello stabilimento erano stati messi in cassa integrazione per tre mesi. Allora, però, l'azienda aveva parlato di rilancio dell'attività produttiva, aggiungendo alla produzione dell'amaro quello della grappa. L'epilogo è stato diverso e la situazione adesso è al capolinea. Il gusto pieno della vita?
Enzo Amato

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