lunedì 8 novembre 2010

Camilleri choc: "Sotto il fascismo ero più libero"

Camilleri choc: "Sotto il fascismo ero più libero dei giovani oggi"

"Oggi c'è una grande svalutazione della cultura. Al mio commissario sarebbero piaciuti gli anni Cinquanta"

"Sotto il fascismo ero più libero di quanto voi siete adesso". A parlare è Andrea Camilleri protagonista di un incontro con i giovani nel corso del Festival Internazionale del Film di Roma. Lo scrittore invita i ragazzi che lo ascoltano a «farsi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà".

A proposito della serie dedicata al commissario Montalbano dice: "Come autore non ho mai messo bocca sulla scelta degli attori da parte dei registi. Anche con Zingaretti, appresi solo dopo la sua scelta che sarebbe stato lui l'interprete. Il mio Montalbano è pieno di capelli, ma non me ne fregava assolutamente nulla perché conoscevo la bravura ed il valore dell'attore quindi per me questa storia del physique du role è sempre stata una balla pazzesca".

Sono state proiettate anche alcune sequenze di film, scelti dallo scrittore siciliano, girati durante il fascismo, per raccontare agli adolescenti gli anni della sua giovinezza. "Il mio approccio alla sala e allo schermo è avvenuto nel primi anni '30, in tenera età, con prodotti ingenui e manichei, o in certi casi, di scarsissimo valore", racconta Camilleri, riferendosi ai B Movie americani, alla nascente industria italiana e a quella tedesca di propaganda.

"E seppur io sia sempre stato un appassionato di Camerini ho dovuto aspettare il '38 ed il Fronte Popolare Francese per avere registi del calibro di Carnet e Duvivier".

E a Montalbano, invece, cosa sarebbe piaciuto nella Catania anni '50? "Sarebbe stato molto fortunato perché avrebbe avuto a disposizione un grande cinema e delle grandi scelte".

Dal passato al presente, Camilleri non si risparmia: "Il cinema italiano sta vivendo un momento di enorme difficoltà produttiva, per via della scarsità dei mezzi e della preoccupante svalutazione della cultura".

E sui giovani emergenti conclude: "Non sono per niente ottimista. Potrà sembrare un paradosso ma ai miei tempi, sotto il fascismo, si era molto più liberi di oggi".

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