domenica 12 settembre 2010

Marsala è rispetto che: brucia, fa male, ferisce

Marsala è il rispetto: un rispetto che a volte brucia, fa male, ferisce, taglia, punge...

Lei non vive a Marsala
ma i suoi genitori sono di origine marsalesi, e lei trascorre le vacanze quasi sempre qui. Mi ha colpito il suo amore per una città che sente "sua" forse più di tutti noi, marsalesi puri.

Lei non è propriamente siciliana, è nata, cresciuta e finora ha vissuto al nord. Il suo unico filo con Marsala è il mio sangue. Ma lei quei profumi e quel vento ce li ha addosso. Il cordone ombelicale nessuno ce l'ha tagliato, perchè lei stessa se lo ha creato, un cordone fatto da lunghi e continui viaggi fra il Piemonte e la Sicilia.

Un cordone che non le ha permesso di mettere radici da nessuna parte, né qui, né lì. Ma fatto sta che sente Marsala nel cuore e forse riesce ad apprezzare tante cose belle che occhi abituati a tanta e tante bellezza non sono in grado di riconoscere e rispettare.

...Credo che queste saranno le parole di questa mia estate

"Scappare, nel vero senso, da Marsala. Andare via, lasciare liberi le persone di vivere una vita nella quale non ti vogliono più... dare tempo al tempo, non permettere a niente e a nessuno di rovinare l'Amore che io ho per questo fazzoletto di terra triangolare... il tutto non annegando nei ricordi, il tutto non dando la colpa ad una città ed a persone innocenti. Marsala.

Marsala è mia, indipendentemente dai miei fari... ieri accesi, oggi spenti. Marsala rimarrà comunque il mio faro, i miei tramonti, i miei profumi, il mio mare argentato, il mio lungomare da misurare passo dopo passo alle tre di notte, in una Marsala deserta, dove i soli rumori sono quelli di una notte dolce e violenta, il mio Ferro di Cavallo, con quel profumo selvatico e selvaggio che scuote dentro, con quel sogno accanto di un bar-libreria, il mio Capo Boeo a fumare una sigaretta in pace, dove sei solo tu la cosa più importante in quel momento, il mio vento annusato, respirato, appiccicato, posseduto, violentato, abbracciato, sentito, indossato su quel muro del faro... con lo sguardo perso nel blu infinito.

Marsala rimarrà comunque il mio filo con la mia vita, quella vera, con quella parte di me che ogni anno, ogni volta, lascio lì... ogni volta torno a casa con un qualcosa in meno, ma non è un qualcosa di perso: è un qualcosa che ho lasciato in custodia a chi, a Marsala, se ne può prendere cura fino a che io non torno. Marsala è la mia vita, è la mia famiglia, è mia madre, è mio papà ed è mio fratello.

Marsala sono le mie lacrime, quelle lacrime che da un anno non riuscivo a sputare con forza ed irruenza fuori. Marsala è il mio Amore. Perchè nessun Amore può disperdersi così, nel vuoto, nel silenzio. Marsala è la pace. Che trovo, che lascio, che cerco. Marsala è il mio passato, è il mio sangue, è un tatuaggio che non andrà mai via.

Marsala è la mia gelosia, è la mia casa, gialla, accogliente, con l'agrumeto accanto e le cicale che cantano. Tutta la notte. Marsala è la voglia di esserci, è il bisogno di abbracciarsi davanti un mare mozzafiato. Marsala è la necessità di Verità. Marsala è il silenzio di una notte rotto dal ronzare delle mia Vespa.

Marsala è la mia bellezza, è i miei capelli neri, è i miei occhi scuri e brillanti, è la mia carnagione scura e dorata. Marsala è l'odore della semplicità e della bontà. Marsala è il rispetto. Un rispetto che a volte brucia, fa male, ferisce, taglia, punge.. ma è un rispetto che Le si deve.

...E allora, sono partita. Sono ritornata a casa. E quel viaggio, da casa mia all'aeroporto, con un tramonto mozzafiato sullo sfondo, e alla guida la persona più importante della mia vita accanto a me, le sue parole, il suo tono, il suo sapermi stare accanto con un semplice sguardo, bhè... è stata la conclusione più bella che Marsala potesse meritarsi per questa crudele ed amara estate.

Anche questa è una forma di Amore".
[Barbara P.]

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