sabato 11 settembre 2010

Ulivi, querce e margherite? No, crisantemi!

Caro Gianfranco Fini, dopo sedici anni ti accorgi dei tuoi compagni di avventura? Hai solo adesso scoperto che c'è un "fenomeno" chiamato berlusconismo e un "fenomeno" chiamato Silvio?

Caro Gianfranco, non te ne sei accorto prima che non ti piaceva nulla di Berlusconi e della sua monarchia quasi assoluta? Solo adesso detesti tutto della maggioranza in cui sei stato eletto Presidente della Camera?

Solo in questo periodo ti accorgi che esiste un partito-azienda legato al Presidente del Consiglio? Dopo aver coabitato per sedici anni con questi simpatici amici, scopri ora che la Lega tira troppo per il Nord e poco per l'Italia? Ma dai...!

Non te n'eri mai accorto che Bossi non era propriamente un patriota risorgimentale e un sudista convinto? E con che stomaco citi ora la destra che hai demolito in tutte le sue versioni? A sinistra le cose non vanno meglio, come sempre. Bersani ce la sta mettendo tutta per arrivare alle elezioni e prendere il minimo storico, in un partito (PD) che è l'unione di tanti partiti di centro e anche di sinistra.

La sinistra storica propone solamente a Vendola: lo vorrebbero leader del centrosinistra, leader del Partito Democratico e leader dell'Ulivo... Ulivo, ancora si parla di Ulivo. Ma non si sentono ridicoli alcuni esponenti politici datati a ritornare al passato? Basta con le vecchie bandiere, basta con i vecchi simboli: ulivi, querce, margherite, garofani, crisantemi...

Basta con le logiche assurde del vincere solo per non fare vincere l'avversario. In Italia esiste solo il berlusconismo e l'anti-berlusconismo, non esistono proposte alternative, non si lavora per i problemi della nazione ma solo per sconfiggere Silvio alle elezioni.

C'è una nazione ferma da sedici anni, bloccata, depressa. Facciamo ridere a tutto il resto del mondo, facciamo cose che agli occhi di tutti ci classificano come degli imbecilli, a tutti: a chi vota, a chi si fa eleggere, a chi governa... Non parlavo di politica da tantissimi mesi e nemmeno lo farò probabilmente nei prossimi mesi, mi disgusta tutto.

Mi consolo solo un po' con il nuovo telegiornale del direttore Enrico Mentana a La7. Non è il telegiornale ideale ma è (finalmente) un "telegiornale": semplice, normale, non di parte e chiaro. Di questi tempi una cosa del genere è una cosa eccezionale, quando dovrebbe essere la normalità.

Ci saranno giorni migliori, nei secoli che verranno.
Enzo Amato

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