venerdì 5 novembre 2010

Se questo è un limone...

Il limone raccolto in un giardino di Terzigno. Gli agrumi orribili di Terzigno in laboratorio.

L'allarme degli oncologi: i medici di base organizzano un registro tumori autonomo. Maxidenuncia in Procura.

Gli alberi vesuviani stanno regalando una frutta così deforme che nemmeno Francis Bacon avrebbe potuto fare di meglio, alchimie della terra intrisa di veleni - si teme - che scompongono le regole di madre Natura fino a ridisegnare volumi e geometrie dei suoi prodotti, cresciuti come ammorbati o addirittura irriconoscibili.

"Se questo è un limone...", dice, sconsolata, una avvocatessa dei comitati antidiscarica di Terzigno, Maria Rosaria Esposito, pubblicando sul web le foto di un qualcosa che somiglia vagamente al frutto, colto a due passi di casa, dall’albero del giardino di sua madre.

Il limone fa il paio con le mele col morbillo o le pere raggrumate come da un virus, tenacemente mostrate da un anziano contadino di Terzigno ad ogni telecamera incontrata sul suo cammino. Ma in particolare è questo limone che a guardarlo fa pensare che proprio non riusciva a crescere come si deve, ci riesce magari il granone accanto alle discariche di Giugliano, ma questo frutto è venuto su dilaniato o con un suo equilibrio orribile come le capre di Acerra deformate dalla diossina, come quei piccoli vietnamiti bombardati con armi pure contenti diossine quarant’anni fa,e fa pensare a Chernobyl, alle deformità provocate dalla radioattività.

Viene spontaneo pensare al libro di Primo Levi, guardando un aborto di agrume che niente più ha della forma e del profumo di un limone. La prova inconfutabile e terribile della natura che si ribella, che non accetta compromessi, non si fa comprare dal vile denaro, cerca di sopravvivere al suo nemico. L'uomo. E con l'osservazione del povero limone è finito ieri notte un convegno organizzato nella sala consiliare del Comune vesuviano con l'Isde, associazione Medici per l'Ambiente, sulle malattie da inquinamento.

Qui Giuseppe Comella, primario oncologo a capo dell'Istituto nazionale dei tumori di Napoli, ha comunicato la volontà dei medici di base di Boscoreale, Trecase e Boscotrecase di monitorare autonomamente - non essendo stato ancora attivato alcun registro dei tumori per questo ambito territoriale - le patologie in aumento nei propri pazienti ed in particolare nei residenti in prossimità della discarica ex Sari per poi raccogliere i dati in un’unica relazione.

"Con i dati, sarà possibile quantizzare e qualificare cosa sta succedendo a chi a convive con sostanze che avvelenano l'ambiente e la vita". Quindi Antonio Marfella, oncologo e tossicologo, ha ricordato quali e quanti veleni si trovano su tutto il territorio della Campania, che "tuttora importa tonnellate di rifiuti industriali, che vengono allegramente smaltiti con quelli urbani".

Il limone è una vittima, i mostri sono gli uomini che ci hanno ridotti così e quelli che non vogliono capire e non vogliono vedere.
Luca Marconi

3 commenti:

  1. Questo articolo è un fulgido esempio di come si fa a sfruttare l'altrui ignoranza, innescando un inutile allarmismo per perorare una giusta causa, ma con l'unico risultato di danneggiarla.
    Infatti, il limone in questione è deforme a causa di un acaro e non della presunta diossina della discarica di Terzigno!

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  2. Si, lo so benissimo. Ma mi piaceva molto la foto e parlare un po' dei danni (reali) che l'inquinamento e altro sta portando al mondo. L'articolo è di una giornalista affermata del Corriere, per questo, nonostante la tua verità, l'ho preso in considerazione. Ciao anonimo, Enzo

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  3. come scrive anche il Tremblay se gli acari pullulano vuol dire che qualche veleno ha ucciso le altre forme di vita, che in condizioni normali ne controllano le popolazioni.

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