L'Akragas vince, presidente dedica la vittoria al boss.
La squadra di Agrigento milita nel campionato di Eccellenza siciliana: dopo la vittoria in campionato Gioacchino Sferrazza ricorda l'amico Nicola Ribisi, rampollo di una famiglia mafiosa, arrestato dieci giorni fa.
Il presidente dell'Akragas vuole dedicare la vittoria della sua squadra a un boss mafioso appena arrestato e alle rimostranze dei giornalisti impone il silenzio stampa a tutta la squadra.
Lui è Gioacchino Sferrazza, 45 anni, titolare di una catena di negozi che vende giocattoli e articoli natalizi, che è finito nell'occhio del ciclone dopo la sua dedica "all'amico fraterno Nicola Ribisi".
Il problema è che Nicola Ribisi, 29 anni, è il rampollo di una famiglia di lunga tradizione mafiosa (un suo zio è stato coinvolto nell'omicidio del giudice Livatino) e pochi giorni fa è stato arrestato per associazione mafiosa perché secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo voleva ricostituire, con l'imprimatur di Bernardo Provenzano (vi sono diversi pizzini che spiegano le fasi), la famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro.
"Ho dedicato la vittoria all'amico Nicola, non al boss mafioso io non entro nel merito se sia colpevole o innocente: fino a quando non ci si sarà una condanna Nicola per me resta un amico che fino a dieci giorni fa era con noi sempre allo stadio".
Gioacchino Sferrazza ha infine ricordato il "legame con la squadra dell'amico Nicola" sottolineando che la dedica "mi è stata chiesta da tutta la società, giocatori e tecnici".
Le reazioni in città sono naturalmente indignate. Il procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, ha spiegato che attende la relazione della Polizia per "valutare se aprire o meno un fascicolo".
Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio non ha invece nascosto la sua indignazione: "E' un caso gravissimo. Ci dispiace anche perché è un messaggio che giunge da un mondo come quello dello sport seguitissimo dai giovani e che tende a dare valore a chi invece valore non ha".
Anche il sindaco Marco Zambuto interviene nella vicenda: "Da parte mia e di tutta la città di Agrigento c'è assoluto sconcerto per le parole del presidente dell'Akragas che non condividiamo e che disprezziamo. I nostri riferimenti sono i giudici Livatino e Saetta, non certo quelli di cui ha parlato Sferrazza".
Zambuto sta anche pensando di togliere all'Akragas la disponibilità dello stadio Esseneto "fino a quando ci sarà questa dirigenza alla guida della società. Sto tenendo in seria considerazione quest'ipotesi. La mia unica preoccupazione è quella che a pagare siano i tifosi che onestamente seguono il calcio con buona fede e che non c'entrano nulla con tutto ciò'".
Il sindaco ha comunque precisato che l'Akragas "non ha ricevuto alcun contributo dall'amministrazione comunale che si era impegnata soltanto nel recupero dell'Esseneto".
Interviene anche il senatore del Pd Peppe Lumia: "Le dichiarazioni pubbliche di solidarietà a persone indagate e arrestate per reati di stampo mafioso sono gravissime. Le affermazioni del presidente dell'Akragas producono effetti devastanti sui tanti giovani che seguono con passione lo sport. Così si fa passare un messaggio culturale ed educativo sbagliato e negativo".
La squadra di Agrigento milita nel campionato di Eccellenza siciliana: dopo la vittoria in campionato Gioacchino Sferrazza ricorda l'amico Nicola Ribisi, rampollo di una famiglia mafiosa, arrestato dieci giorni fa.
Il presidente dell'Akragas vuole dedicare la vittoria della sua squadra a un boss mafioso appena arrestato e alle rimostranze dei giornalisti impone il silenzio stampa a tutta la squadra.
Lui è Gioacchino Sferrazza, 45 anni, titolare di una catena di negozi che vende giocattoli e articoli natalizi, che è finito nell'occhio del ciclone dopo la sua dedica "all'amico fraterno Nicola Ribisi".
Il problema è che Nicola Ribisi, 29 anni, è il rampollo di una famiglia di lunga tradizione mafiosa (un suo zio è stato coinvolto nell'omicidio del giudice Livatino) e pochi giorni fa è stato arrestato per associazione mafiosa perché secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo voleva ricostituire, con l'imprimatur di Bernardo Provenzano (vi sono diversi pizzini che spiegano le fasi), la famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro.
"Ho dedicato la vittoria all'amico Nicola, non al boss mafioso io non entro nel merito se sia colpevole o innocente: fino a quando non ci si sarà una condanna Nicola per me resta un amico che fino a dieci giorni fa era con noi sempre allo stadio".
Gioacchino Sferrazza ha infine ricordato il "legame con la squadra dell'amico Nicola" sottolineando che la dedica "mi è stata chiesta da tutta la società, giocatori e tecnici".
Le reazioni in città sono naturalmente indignate. Il procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, ha spiegato che attende la relazione della Polizia per "valutare se aprire o meno un fascicolo".
Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio non ha invece nascosto la sua indignazione: "E' un caso gravissimo. Ci dispiace anche perché è un messaggio che giunge da un mondo come quello dello sport seguitissimo dai giovani e che tende a dare valore a chi invece valore non ha".
Anche il sindaco Marco Zambuto interviene nella vicenda: "Da parte mia e di tutta la città di Agrigento c'è assoluto sconcerto per le parole del presidente dell'Akragas che non condividiamo e che disprezziamo. I nostri riferimenti sono i giudici Livatino e Saetta, non certo quelli di cui ha parlato Sferrazza".
Zambuto sta anche pensando di togliere all'Akragas la disponibilità dello stadio Esseneto "fino a quando ci sarà questa dirigenza alla guida della società. Sto tenendo in seria considerazione quest'ipotesi. La mia unica preoccupazione è quella che a pagare siano i tifosi che onestamente seguono il calcio con buona fede e che non c'entrano nulla con tutto ciò'".
Il sindaco ha comunque precisato che l'Akragas "non ha ricevuto alcun contributo dall'amministrazione comunale che si era impegnata soltanto nel recupero dell'Esseneto".
Interviene anche il senatore del Pd Peppe Lumia: "Le dichiarazioni pubbliche di solidarietà a persone indagate e arrestate per reati di stampo mafioso sono gravissime. Le affermazioni del presidente dell'Akragas producono effetti devastanti sui tanti giovani che seguono con passione lo sport. Così si fa passare un messaggio culturale ed educativo sbagliato e negativo".
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