Maradona nel mirino del fisco: sequestrati gli orecchini.
Valgono 4 mila euro, ma l'attuale allenatore dell' Argentina deve ancora 36 milioni all'Italia.
Maradona in Italia non trova pace, in particolare con l'Agenzia delle Entrate: nel 2006 gli è stato confiscato un orologio Rolex da 11mila euro, ora un paio di orecchini dal valore di 4.000 euro.
Solo briciole, però, in confronto agli oltre 36 milioni di euro che Diego Armando Maradona deve ancora versare nelle casse dello Stato italiano.
L'attuale allenatore della nazionale Argentina, oggetto di pesanti critiche dopo le ultime sconfitte che ne hanno messo a repentaglio la partecipazione ai Mondiali, è stato fermato dalla Guardia di Finanza presso un Centro benessere di Merano, nel quale si è rifugiato per cercare di perdere il peso in eccesso, accumulato nuovamente dopo l'ultima dieta ferrea a cui si era sottoposto.
La telenovela che coinvolge il Fisco italiano e il Pibe de oro parte da lontano, ma il punto di svolta arriva nel febbraio 2005, quando una sentenza della Corte di Cassazione ufficializza il suo stato di evasore fiscale: il suo debito supera ormai i 36 milioni di euro, legato a mancati versamenti dell'Irpef nella seconda metà degli anni '80, e aumenta ogni giorno di oltre 3.000 euro, solo di interessi.
Da quella data Equitalia si è messa sulle tracce dell'ex calciatore e lo ha seguito in ogni sua nuova sortita italiana: un'attività che però al momento ha fruttato poco meno di 50.000 euro alle casse dell'erario.
Equitalia, come ha ricordato nei mesi scorsi Francesco D'Errico, dirigente della sede napoletana dell'agenzia, comunque "non intende mollare l'osso" e si muove ogni volta che l'ex calciatore si riaffaccia nel nostro Paese.
Valgono 4 mila euro, ma l'attuale allenatore dell' Argentina deve ancora 36 milioni all'Italia.
Maradona in Italia non trova pace, in particolare con l'Agenzia delle Entrate: nel 2006 gli è stato confiscato un orologio Rolex da 11mila euro, ora un paio di orecchini dal valore di 4.000 euro.
Solo briciole, però, in confronto agli oltre 36 milioni di euro che Diego Armando Maradona deve ancora versare nelle casse dello Stato italiano.
L'attuale allenatore della nazionale Argentina, oggetto di pesanti critiche dopo le ultime sconfitte che ne hanno messo a repentaglio la partecipazione ai Mondiali, è stato fermato dalla Guardia di Finanza presso un Centro benessere di Merano, nel quale si è rifugiato per cercare di perdere il peso in eccesso, accumulato nuovamente dopo l'ultima dieta ferrea a cui si era sottoposto.
La telenovela che coinvolge il Fisco italiano e il Pibe de oro parte da lontano, ma il punto di svolta arriva nel febbraio 2005, quando una sentenza della Corte di Cassazione ufficializza il suo stato di evasore fiscale: il suo debito supera ormai i 36 milioni di euro, legato a mancati versamenti dell'Irpef nella seconda metà degli anni '80, e aumenta ogni giorno di oltre 3.000 euro, solo di interessi.
Da quella data Equitalia si è messa sulle tracce dell'ex calciatore e lo ha seguito in ogni sua nuova sortita italiana: un'attività che però al momento ha fruttato poco meno di 50.000 euro alle casse dell'erario.
Equitalia, come ha ricordato nei mesi scorsi Francesco D'Errico, dirigente della sede napoletana dell'agenzia, comunque "non intende mollare l'osso" e si muove ogni volta che l'ex calciatore si riaffaccia nel nostro Paese.
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