martedì 16 marzo 2010

Ma qual'è la mia Marsala?

Ma qual'è la mia Marsala? Potrebbe essere quella estiva (luglio e agosto): piena di ragazzi/e, di persone, di turisti... Ma potrebbe anche essere quella di gennaio, febbraio, marzo: svuotata, incompleta, piatta, vecchia e "morta".

Dopo la fine dell'estate e delle feste natalizie questo Comune cambia sempre completamente fisionomia, diventa una città triste, ombrosa, con una età media notevolmente innalzata. E mai come quest'anno. L'ho notato di più questo cambiamento da settembre a questa parte. E' una città, Marsala, dove è sempre "tempo di partenza", tempo di adii, tempo di ritornare alla casa matrigna, quella seconda madre che ha saputo accogliere figlioli disperati, speranzosi e capaci di essere ricevuti in una terra "estranea" e poco "familiare".

E' sempre tempo di salutare gli amici, tempo di abbracci, di "arrivederci a luglio", di "ci vediamo l'anno prossimo". Si parte in aereo, con la nave, con la propria auto oppure con il treno. Un treno che, con la sua lentezza, dà comunque la possibilità di gustarsi ancora un po' le meraviglie e le tante incompiute di questa nostra Sicilia, un treno che ti fa sentire ancora un po' in vacanza, che ti fa pensare alle settimane trascorse nella terra natia, con gli amici di infanzia, con i parenti.



Liberi e spensierati da ogni impegno lavorativo o di studio. A metà strada si comincia invece a pensare a cosa ci attende per l'autunno o per la lunga primavera: il lavoro, lo studio, la ricerca di un lavoro, di una casa e di una compagnia che serva a far pesare meno la distanza e il distacco dagli amici "veri", quelli che si ha appena salutati, quelli che sono diretti verso il nord ugualmente, come te, ma in un altra città, in un'altra regione, in un altro sperduto luogo, meteorologicamente freddo e animosamente freddissimo. E la distanza raffredda ancora di più la temperatura del cuore.

Ma qual'è la mia Marsala? Potrebbe essere quella che non c'è più: ricca, splendente, attiva, produttiva... Ma potrebbe anche essere anche quella di oggi: noiosa, stanca, senza idee e statica. La crisi economica ha contribuito tanto a ridurci a tale, ma la poca energia sociale, la totale assenza di programmazione culturale ha fatto si che questa città si ritrova oggi senza idee, senza futuro, regressa. L'agricoltura è moribonda, l'edilizia è bloccata, il commercio è fermo, le attività chiudono. Nessuno investe, nessuno ha i soldi per investire.


Quanti di voi staranno pensando in questo istante "Ma come la fai tragica...!". Ebbene sì, pur essendo una persona che pensa, quasi sempre, positivo, questa volta sono diventato veramente pessimista: i miei tantissimi amici che vivono al nord parlano sempre più di una Marsala che, nella sua splendida bellezza, vogliono sempre meno riabbracciare. Fanno contratti ventennali per comprarsi casa, progettano insomma una vita lontana da qua, lasciando spazio per questa città solo come luogo di ferie, di "reset". Questo sarà il futuro di questa città, un comune di "ritrovo" e un ritrovo "comune".

E' triste però pensare che la nostra città diventi un enorme villaggio turistico, senza identità invernale. La politica ha fatto poco e niente (negli anni) per scongiurare che tutto questo diventasse veramente così.

Ma qual'è alla fine la mia Marsala? Io la preferirei piena per tre stagioni l'anno e per pochi durante l'estate.


Enzo Amato

1 commento:

  1. Bellissima sintesi di quello che tutti pensano e nessuno dice. Io vivo al nord per motivi di studio, ma mi sono promesso di tornare nella mia terra per lavorare. Voglio farcela, costi quel che costi. Marsala è un paradiso naturale e soprattutto un paradiso d'affetto. Abbandonare per sempre chi mi ama e chi amo per me sarebbe orribile. :)

    D.E.

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