lunedì 11 ottobre 2010

La confessione dello zio: ecco il verbale

La confessione dello zio: il verbale dell'interrogatorio di Michele Misseri

"Dopo averla uccisa e buttata là sotto sono tornato tre volte a controllarla, mi sentivo in colpa, mi sono messo a pregare, ho recitato qualche Ave Maria e mi sono fatto il segno della croce"

Sono le due e un quarto del mattino, 7 ottobre. Il corpo di Sarah è appena stato ritrovato. Michele Misseri, lo zio-mostro che l'ha strangolata, violentata e buttata in una cisterna, ha accompagnato i carabinieri fino al pozzo.

"Ecco, è lì sotto" ha indicato. Poi di nuovo in caserma, a Manduria, davanti al procuratore aggiunto Pietro Argentino, al sostituto procuratore Mariano Buccoliero e al capitano dei carabinieri Luigi Mazzotta. Per un nuovo, drammatico, interrogatorio.

Per un'ora rimette mano ai ricordi. Racconta di Sarah che si presenta in garage, di come si è accasciata a terra mentre lui le stringeva la corda al collo, di come l'ha portata via senza farsi notare da nessuno. E poi la violenza sotto un fico, l'idea "venuta lì per lì", dice lui, di farla sparire nella vasca piena d'acqua. Tutto colpisce delle risposte di Michele. Poche parole, semplici e terribili.

Pm (Pubblico ministero);
Misseri (Michele Misseri, zio di Sarah)

Pm: "Allora, signor Michele, quello che ci dice oggi può valere per sempre, ok?".
Misseri: "Ok".

Pm: "Quando la butta nel pozzo e ricopre il pozzo che cosa fa?".
Misseri: "L'ho ricoperto. Ho messo la pietra che stava originale, sopra, poi quelle piccole in giro...".

Pm: "Per ricordarsi dov'era Sarah che ha fatto?".
Misseri: "Prima ho messo un po' di paglia sopra, poi un ceppo".

Pm: "Perché?".
Misseri: "Perché mi sono sentito... come devo dire? In colpa, mi volevo... non so nemmeno io cosa volevo fare. Infatti il cellulare di Sarah l'ho tenuto tre giorni in macchina, coperto".

Pm: "Quindi lei ha segnato il posto perché sapeva già che doveva ritornare lì?".
Misseri: "Sì, tre volte sono tornato, tre pomeriggi, verso le tre e mezzo-quattro".

Pm: "E quando è tornato lì che ha fatto?".
Misseri: "Ho detto qualche Ave Maria, qualche cosa... Il segno della croce".

Pm: "Ma il pozzo l'ha aperto?".
Misseri: "Solo una pietra per vedere ma non si vedeva. Ho fatto con una lampadina tascabile ma non si vedeva niente".

Lo zio dice che quando è uscito dal garage, con il cadavere di Sarah caricato nel bagagliaio della sua Marbella e coperto da un cartone non sapeva bene nemmeno lui dove andare.

Pm: "Lei aveva già deciso dove portare Sarah? Dove lasciare il corpo di Sarah?".
Misseri: "No, mi è venuto così, spontaneo, che mi ricordavo quel pozzo che avevo lavorato".

Pm: "Cioè, nel momento in cui lei mette Sarah dentro la macchina...".
Misseri: "Sì, l'ho portata così... non sapevo".

Pm: "Ma quando le è venuta l'idea di violentarla?".
Misseri: "Quando stavo sotto l'albero di fico perché non sapevo dove metterla. Ho visto l'albero di fico e l'idea mi è venuta nel momento stesso".

Pm: "Per quale motivo dopo averla spogliata e violentata ha deciso di rivestirla per buttarla nel pozzo?".
Misseri: "Non lo so nemmeno io perché. L'ho rivestita completamente, pure le scarpe. Ci aveva l'infradito".

Pm: "Quindi ha preso i vestiti...".
Misseri: "Li ho messi nella macchina e sono andato a bruciarli (...), sono andato nei miei terreni, a Mutinato, e ho buttato la batteria".

Pm: "E dopo?".
Misseri: "Sono tornato dai fagioli... da mio cognato".

Uno dei punti sui quali i magistrati insistono molto è il telefonino di Sarah.

Pm: "Mentre lei faceva tutto questo il cellulare di Sarah dove stava?".
Misseri: "In cantina".

Pm: "E mentre lei stava uccidendo Sarah il cellulare squillava?".
Misseri: "Sì, tre o quattro volte. Poi è caduto a terra da solo e si è tolta la batteria".

Pm: "Che significa è caduto da solo?".
Misseri: "Ce l'aveva in mano Sarah nel momento che stavo stringendo il collo. Era Sabrina (la figlia di Michele, ndr) che la stava chiamando, io non l'avevo vista che stava fuori con Mariangela (l'amica arrivata a casa di Sabrina per andare con lei e Sarah al mare, ndr). Poi dopo, quando si è accasciata, Sarah, il cellulare è andato a terra".

Pm: "Senta, quando lei ha attorcigliato la corda a Sarah, ha gridato la ragazza?".
Misseri: "No, niente. All'inizio ha cercato di mettersi le mani al collo".

Un debole, inutile tentativo, di difendersi mentre capiva di non avere più scampo.
Giusi Fasano

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