mercoledì 6 ottobre 2010

Tiziano Ferro: Sono omosessuale e libero di dirlo

Tiziano Ferro: "Sono omosessuale e ho la libertà di poterlo dire".

Esce il libro-diario della popstar. Dopo il successo, ma anche dopo crisi esistenziali e dubbi di ogni genere, racconta la sua vita, dalla bulimia alla difficoltà di accettare la sua omosessualità. "Ma ora vivo meglio"

Ci ha messo anni, ma dopo tanti tormenti, dopo crisi esistenziali e dubbi di ogni genere, Tiziano Ferro ha deciso di pubblicare i suoi diari, quindici anni di appunti personali riuniti in un libro intitolato "Trent'anni e una chiacchierata con papà" (ed. Kowalski nelle librerie dal 20 ottobre) nel quale racconta tutta la sua vita, dalla bulimia alla difficoltà di accettare la sua omosessualità, dall'isolamento paranoico all'incapacità di amare dovuta alla non accettazione di se stesso per quello che era, con passaggi di una disarmante sincerità.

C'è tutto Tiziano Ferro in queste pagine, mettendo fine una volte per tutte alle voci ricorrenti sulla sua omosessualità, e più in generale al riserbo assoluto di cui si era circondato in questi anni.


Il gesto sembra essere un atto fortemente liberatorio, nato, come racconta lui stesso, da una chiacchierata col padre, dalla decisione di iniziare un percorso terapeutico e progressivamente di allargare questa voglia di sincerità prima agli amici più intimi, e poi al pubblico. "Sono felice, è la mia libertà di poterlo dire".

A causa di questa negazione, racconta Ferro, ha vissuto anni molto difficili, malgrado il successo internazionale di cui ha goduto e malgrado la passione ancora oggi inalterata per il suo mestiere. Ora, sembra, gli si pone davanti una vita completamente nuova. Essere gay non è un crimine, e la sua rinascita parte da questa ovvia, ma a volte non scontata, considerazione.

Tiziano Ferro si racconta in un'intervista a Vanity Fair e si confessa. "Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose: dal forzato esilio lontano da amici e famiglia alla relazione col mio lavoro, al rapporto contrastato con l'omosessualità. Così, dopo due anni di duro lavoro su me stesso, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere meglio".

Che cosa succederà dopo? Niente sarà più come prima. Un paio di anni fa ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose, a partire dal mio rapporto con l'omosessualità. Così, al termine dello scorso anno, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante".

I primi dubbi, spiega, risalgono alla sua adolescenza, quando aveva una fidanzata. Proprio a lei li confidò: "Le dissi che pensavo di essere attratto anche dai ragazzi. Mi rise teneramente in faccia, mi disse che non poteva essere vero".

Poi arrivò il successo travolgente e Tiziano, incapace di "chiarirmi con me stesso" sui suoi sentimenti, scelse di non viverli. "Non posso puntare il dito contro nessuno, solo contro me stesso. Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l'omosessualità una specie di 'malattia'... Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice".

Le voci ricorrenti sulla sua omosessualità, spiega, "mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per gay, ma perché la verità è che un fidanzato avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno". Perché? "Perché avrei dovuto vivere una doppia vita e io non ne sono capace. Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell'omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici".

Ora che quella condivisione è diventata realtà, è pronto a vivere pienamente. "Cerco l'amore, la parte della vita che mi è mancata finora... Per il momento sono solo, ma spero presto di non esserlo più".

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