mercoledì 6 ottobre 2010

Sarah Scazzi uccisa per rifiuto avances dello zio

Sarah Scazzi uccisa dallo zio, che ha confessato: "Sono stato io". Sarah è stata uccisa per aver rifiutato le avances dello zio Michele.

Strangolata nel garage
e buttata in un pozzo in un podere a due chilometri da Avetrana. L'uomo, 54 anni, ha perso la testa.

Michele Misseri, 54 anni,
ha confessato mercoledì sera, dopo ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri del comando provinciale di Taranto, l'omicidio della nipote Sarah Scazzi. Lo zio l'ha strangolata nel garage di casa dopo aver perso la testa forse per il rifiuto opposto dalla ragazza alle sue avances. Il corpo della quindicenne è stato poi gettato in un pozzo pieno d'acqua in un podere dello stesso zio, a due chilometri dal paese. "L'ho strangolata in un garage vicino a casa, poi l'ho portata in campagna in un terreno vicino a un casolare nella zona fra Avetrana e Nardò, ho bruciato i vestiti".

Il corpo di Sarah si trova in un pozzo
e non è stato ancora recuperato. Secondo alcune informazioni, occorrerebbero diverse ore. Il pozzo non è profondo, ma presenta strettoie: inoltre il cadavere sarebbe coperto con pietre. Il pozzo è uno dei tanti delle campagne della zona, soltanto alcuni sono censiti e molti sono abusivi.

A quanto si è saputo da fonti inquirenti
, la cavità nella quale è stato gettato il corpo di Sarah è un inghiottitoio che porta a un pozzetto di raccolta di acqua piovana. L'apertura è un buco con un diametro di poche decine di centimetri. Per consentire il recupero del cadavere è stato necessario lo sbancamento di terreno circostante, in gran parte roccioso. Più facile è stato per lo zio gettare il cadavere di Sarah, data l'esilità del corpo della ragazza.

Misseri era stato convocato
dai carabinieri mercoledì mattinata con la moglie e la figlia maggiore, sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah aveva appuntamento il giorno della sua scomparsa per andare al mare. Madre e figlia sono state poi riaccompagnate a casa, mentre lo zio è crollato sotto le domande degli inquirenti.

Era stato lui il 29 settembre
, a consegnare ai carabinieri il cellulare di Sarah, privo di batteria e di scheda sim, dicendo di averlo trovato vicino alle stoppie bruciate il giorno prima in un podere nel quale aveva svolto alcuni lavori. Un probabile tentativo di depistaggio che gli si è rivolto contro.

Sarah è scomparsa alle 14,30 di quel giorno 2. Mille ipotesi sulla sua scomparsa: la fuga dopo un'amicizia nata su Facebook, una lite in famiglia, addiritura l'esistenza di una sorellastra. Fino al misterioso ritrovamento del telefonino di Sarah, lontano da casa sua, proprio ad opera dello zio matermo Michele Misseri.

Secondo quanto trapelato, l'esame dei carabinieri del Ris di Roma sul telefonino, escluderebbe che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie: quel ritrovamento è stato - secondo gli inquirenti - un maldestro tentativo di depistaggio.

Corriere. it e Repubblica.it

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