I dati dell'associazione dei commercianti: "Nei primi 9 mesi dell'anno più di 50 mila esercizi al dettaglio hanno chiuso i battenti e a fine anno si prevede un saldo negativo tra aperture e chiusure di circa 20 mila unità".
Tra i motivi della crisi l'aumento dei costi a carico delle imprese e la debolezza di lungo periodo dei consumi delle famiglie. Si tratta di un fenomeno iniziato nel 2005, con un saldo negativo di circa 3.300 imprese, e poi letteralmente "esploso" negli anni seguenti.
Tra il 2000 ed il 2008, i consumi pro-capite sono cresciuti in media di appena lo 0,5% all'anno, mentre ormai le spese obbligate (affitti, luce, gas, acqua e quant'altro) assorbono quasi il 40% della spesa complessiva. Il tutto con una pressione fiscale complessiva inchiodata intorno al 43%.
Non solo, tra il 2002 ed il 2008, gli esercizi alimentari specializzati si sono ridotti di 13 mila punti vendita, ma oggi le vendite dei prodotti alimentari soffrono anche nella grande distribuzione.
La previsione per il settore a fine 2009 è di 108 mila posti lavoro in meno. Dallo studio emerge anche che nei nove mesi tra gennaio e settembre di quest'anno, il numero di ore di cassa integrazione concesse nel settore del commercio è cresciuto del 330% ed equivale all'ammontare concesso nell'ultimo triennio.
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