E' emergenza al pronto soccorso dell'ospedale "Paolo Borsellino" di Cardilla a Marsala, per un caso accertato di influenza provocata da virus A/H1N.
L'infezione virale acuta dell'apparato respiratorio con sintomi, com'è noto, simili a quelli classici dell'influenza, cioè febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola e malessere generale e che, come per l'influenza classica, comporta possibili complicazioni gravi, quali la polmonite.
La notizia è stata confermata, pur nel massimo riserbo e nel rispetto della privacy della paziente interessata, dagli operatori sanitari, che hanno predisposto tutti gli esami necessari per accertare la diagnosi e che si apprestano al trasferimento presso un centro specializzato dei tamponi effettuati sulla stessa paziente.
Si tratta di un episodio che ha scatenato il caos generando apprensione, sia presso il nosocomio che nella città intera, e che rappresenta, adesso, un precedente da non potere più sottovalutare per la sua gravità. La paziente è una donna di 60 anni, C.F., residente in Via Istria, giunta al pronto soccorso accompagnata dai familiari e in preda, appunto, a tutti i malesseri tipici dell'influenza suina.
La donna, dopo un iniziale indecisione del nosocomio sul trasferimento al Policlinico di Palermo, dove sono stati inviati i tamponi, è stata ricoverata nel reparto di Medicina Generale, dove è presente un secondo caso sospetto di virus A/H1N1. Per questo secondo caso sono in corso tutti gli accertamenti utili alla sua definizione.
Intanto è previsto oggi l'arrivo di una nuova fornitura di vaccini all'Azienda sanitaria trapanese, per contrastare la diffusione dell'influenza A. Si tratta di 5.478 dosi, destinate dalla Regione alla provincia, rientranti nella dotazione territoriale complessiva di 61.000 sieri.
La distribuzione dei vaccini, iniziata il mese scorso con una prima fornitura di diecimila fiale, dovrebbe essere completata entro la fine di questo mese. I 23 centri vaccinali istituiti dall'Asp n. 9, operano con una media giornaliera di cento somministrazioni, dando la priorità a quanti sono inseriti negli elenchi dei soggetti a rischio, predisposti appositamente dall'Azienda.
Hanno la precedenza, in particolare, gli operatori sanitari e socio-sanitari, i pazienti a rischio segnalati dai medici di famiglia e dai pediatri di libera scelta, nonché le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, il personale dei trasporti pubblici e altre categorie di lavoratori. E sono molti quelli che chiedono la somministrazione anche allarmati dalle notizie nazionali.
I vaccini contro la cosiddetta "febbre suina", vengono forniti anche ai sette ospedali della provincia, riservati ad alcune categorie a rischio, come le donne in stato di gravidanza e i degenti con specifiche patologie. Le vaccinazioni vengono prescritte dai medici curanti e dai pediatri di libera scelta, che curano anche l'assistenza domiciliare per i pazienti contagiati.
Per limitare i ricoveri soltanto ai casi gravi, la Direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale ha predisposto l'acquisto di cinquanta pulsossimetri, apparecchi che servono a misurare i livelli di saturazione dell'ossigeno nel sangue, con l'obiettivo di migliorare il servizio di assistenza domiciliare.
L'infezione virale acuta dell'apparato respiratorio con sintomi, com'è noto, simili a quelli classici dell'influenza, cioè febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola e malessere generale e che, come per l'influenza classica, comporta possibili complicazioni gravi, quali la polmonite.
La notizia è stata confermata, pur nel massimo riserbo e nel rispetto della privacy della paziente interessata, dagli operatori sanitari, che hanno predisposto tutti gli esami necessari per accertare la diagnosi e che si apprestano al trasferimento presso un centro specializzato dei tamponi effettuati sulla stessa paziente.
Si tratta di un episodio che ha scatenato il caos generando apprensione, sia presso il nosocomio che nella città intera, e che rappresenta, adesso, un precedente da non potere più sottovalutare per la sua gravità. La paziente è una donna di 60 anni, C.F., residente in Via Istria, giunta al pronto soccorso accompagnata dai familiari e in preda, appunto, a tutti i malesseri tipici dell'influenza suina.
La donna, dopo un iniziale indecisione del nosocomio sul trasferimento al Policlinico di Palermo, dove sono stati inviati i tamponi, è stata ricoverata nel reparto di Medicina Generale, dove è presente un secondo caso sospetto di virus A/H1N1. Per questo secondo caso sono in corso tutti gli accertamenti utili alla sua definizione.
Intanto è previsto oggi l'arrivo di una nuova fornitura di vaccini all'Azienda sanitaria trapanese, per contrastare la diffusione dell'influenza A. Si tratta di 5.478 dosi, destinate dalla Regione alla provincia, rientranti nella dotazione territoriale complessiva di 61.000 sieri.
La distribuzione dei vaccini, iniziata il mese scorso con una prima fornitura di diecimila fiale, dovrebbe essere completata entro la fine di questo mese. I 23 centri vaccinali istituiti dall'Asp n. 9, operano con una media giornaliera di cento somministrazioni, dando la priorità a quanti sono inseriti negli elenchi dei soggetti a rischio, predisposti appositamente dall'Azienda.
Hanno la precedenza, in particolare, gli operatori sanitari e socio-sanitari, i pazienti a rischio segnalati dai medici di famiglia e dai pediatri di libera scelta, nonché le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, il personale dei trasporti pubblici e altre categorie di lavoratori. E sono molti quelli che chiedono la somministrazione anche allarmati dalle notizie nazionali.
I vaccini contro la cosiddetta "febbre suina", vengono forniti anche ai sette ospedali della provincia, riservati ad alcune categorie a rischio, come le donne in stato di gravidanza e i degenti con specifiche patologie. Le vaccinazioni vengono prescritte dai medici curanti e dai pediatri di libera scelta, che curano anche l'assistenza domiciliare per i pazienti contagiati.
Per limitare i ricoveri soltanto ai casi gravi, la Direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale ha predisposto l'acquisto di cinquanta pulsossimetri, apparecchi che servono a misurare i livelli di saturazione dell'ossigeno nel sangue, con l'obiettivo di migliorare il servizio di assistenza domiciliare.
di Jana Cardinale
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