
Caroline Cartwright ha infatti presentato appello per "una sentenza che infrange i diritti umani".
La condanna era scattata dopo lamentele e denunce da parte del vicinato a Washington, nel Wearside, e le vietava di fare eccessivo rumore durante i rapporti con il marito. La donna, invece, sostiene di non essere fisicamente capace di limitarsi durante l'amplesso.
I vicini di casa della donna hanno descritto le urla che provenivano dalla casa dei Cartwight come "un omicidio" ed "innaturali". I rumori hanno persino suscitato lamentele da parte del postino e da parte di una signora che passava di fronte all'abitazione per accompagnare a scuola la figlia.
Dal suo canto la signora Cartwright ha replicato di non poter limitare le sue grida e di non essere in grado di trattenersi durante l'amplesso, chiamando in causa anche un sessuologo per testimoniare a suo favore.
Il processo è appena cominciato. Le urla, nel frattempo, continuano.
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