giovedì 5 novembre 2009

Tronisti, troiane e deficienti della tv

Non sono uno di quelli che dicono cose banalmente scontate e conformiste sulla televisione di oggi, come: "io la tv non la guardo mai" o cose del genere. A me la televisione di oggi, però, fa veramente schifo.

Non la guardo veramente quasi mai, e se succede di farlo, mi rendo conto di quanto sia caduta in basso. L'auditel non ha morale ma solo sete di ascolti.

Quello che è tragico è che l'Italia in questo momento, con la crisi spaventosa sociale ed economica che viviamo, vive ipnotizzata in queste pagliacciate di reality show, e porcherie simili, passando tra giochi dei pacchi, i tronisti e le troiane, le lacrime di "C'è posta per te".

E ancora sceneggiati con: carabinieri, vigili urbani, vigili del fuoco, finanzieri, poliziotti... E poi a seguire: medici, pronto soccorso, ambulanze, cliniche, ospedali. Gli immancabili detective, investigatori, commissari, tenenti, brigadieri, preti. Non ne posso più! Per non parlare, appunto, dei reality con in testa il Grande fratello. Cose da pazzi: accendo la tv e mi devo vedere a loro che parlano, mangiano, gridano, sputano, pisciano e cagano. Articolando parole e pensieri scombussolati, in una lingua che assomiglia lontanamente a un italiano corretto.

Ma a chi interessano questi programmi? Ma chi li vuole vedere? Chi li conosce a questi "pseudo vip" che non sanno fare niente ma che continuano ad avere spazio immenso nella programmazione televisiva giornaliera? La televisione mi delude da molto tempo.

Le trasmissioni di intrattenimento non li guardo, non mi piacciono proprio come format perchè fanno venire il nervoso e il vomito. Anche quelle rare volte che qualcuno è riuscito a interessarmi mi ha sempre, in fin dei conti, fatto questo effetto.


Perché la tv è veramente deficiente? Perché tutti si lamentano che in televisione non si vede nulla di interessante, di un livello culturale accettabile, che i temi vengono trattati con superficialità, e via dicendo? Dicono che questa tv, essendo regolata dalle leggi degli ascolti, è quella che piace di più, quella che noi vogliamo vedere, anche se non ne siamo coscienti o non vogliamo ammetterlo. Quindi l'accusa di stupidità è ribaltata sul pubblico: è colpa nostra, del nostro basso livello culturale se vengono trasmessi solo programmi demenziali.

E' colpa del nostro disinteresse per la verità dei fatti se le uniche notizie prese in considerazione sono quelle da "scoop" o dalla "cronaca rosa". I telegiornali e i programmi di informazione non esistono più: se non ci sono madri che ammazzano i figli o figli che ammazzano le madri, ci mostrano la gente che prende il sole, i ristoranti di lusso, le nuove auto, le moto, le barche.

Perché non si parla di arte, di storia, di fisica, di musica, di cultura, di avvenimenti, di scoperte...? Perché non ci sono quiz "veri"? Perché la cultura, in qualunque sua forma, è bandita dalla nostra televisione? Semplice: la cultura è contro la televisione. La televisione deve vendere.

La televisione ha un enorme potere di diffusione di pensieri, di convinzioni, di stili di vita. A partire dalla bevanda che si beve, per arrivare alle opinioni sulla necessità di una guerra... Tutto viene consacrato dal mezzo televisivo, tutto servito come realtà. Quello che si vede in tv è la realtà, il resto non esiste.

Questo è oggi la televisione! Come può convivere con la cultura? Come può accettare che persone dotate di senso critico facciano parte del pubblico? E' fastidioso e nocivo. La televisione non deve piacere a tutti, deve selezionare il proprio pubblico, deve raccogliere i più plagiabili, tutti quelli che non hanno opinioni troppo forti, tutti quelli che sono disposti a credere che un prodotto è buono senza averlo mai usato/assaggiato.


Quelli come me (e come voi), che si fanno domande, che usano la logica, che vorrebbero saperne di più, devono essere allontanati a suon di trasmissioni stupide, di pubblicità demenziali, di discussioni urlate e così via.

La televisione deficiente è un dato di fatto e la parola d'ordine è generalizzare per non scontentare nessuno: divertiamoli, intratteniamoli, ma non li facciamo pensare.
Enzo Amato

Nessun commento:

Posta un commento