domenica 20 settembre 2009

La parabola del servo Brunetta

Il servo dello Stato Brunetta accusa la "sinistra per male" di ordire un attentato contro il suo padrone. Per questa ragione auspica che "vada a morire ammazzata".

Forse sarà appena il caso che il padrone si renda conto di quanto il servo "non stia bene", giunto ormai alla fase d'essere pericoloso se non per sé, almeno per gli altri.

Il prossimo passo potrebbe essere la comunicazione che siccome la "sinistra per male" non se l'è ammazzata nessuno, s'attiverà lui in proprio?!

Possiamo pur comprendere che la magnanimità del padrone possa valutare d'affiancare alla scorta che il servo già possiede, uno stuolo di assistenti sanitari che lo (e ci) proteggano. Tuttavia dovrà rendersi conto che il trattamento, oltre a essere dispendioso, è inutile, visto lo stadio patologico.

Valutare il licenziamento per gusta causa? Non possiamo aspettare che il soggetto contagi gli altri servi. Proviamo immaginare cosa succederebbe se l'affezione morbosa si allargasse fino a colpire il capo della servitù.

Egli, essendo immune (solo) dalle condanne del padrone, avrebbe libertà d’azione e, superata la fase degli auspici, potrebbe passare alle vie (omicide) di fatto.

Qui è in gioco la democrazia. Si, ma in che brutta storia ci siamo ficcati?


Nadia Redoglia

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