Messaggio in bottiglia, a distanza di trentatré anni. A restituirlo è Facebook.Nel 1977 un adolescente belga getta in mare il suo messaggio. Negli scorsi giorni un post sulla sua bacheca del social network lo avverte: "Ho ritrovato la tua bottiglia sulla spiaggia".
Quasi un cold case risolto (senza delitto). Ma ora Facebook permette di fare scoperte e ricostruire eventi che, prima dell’avvento dei social network, erano praticamente impossibili.
Chi avrebbe, per esempio, potuto restituire a Olivier Vandewalle, il suo messaggio infilato nella bottiglia, che il belga aveva affidato romanticamente al mare nel 1977?
Olivier, ora 47enne, padre di due bambini, aveva all'epoca 14 anni, e si trovava sullo yacht di famiglia in vacanza, nelle acque tra la Gran Bretagna e la Francia. Gettò in acqua il suo messaggio. Da adolescente che gioca con le onde. Poi trentatré anni di oblio, fino a quel post ricevuto su Facebook. Un testo sulla sua bacheca che recitava più o meno così:
"Olivier, ho ritrovato la bottiglia con il tuo messaggio sulla spiaggia di Swanage, nel Dorset" (Gran Bretagna). Firmato Lorraine Yates.
Un post che riporta alla memoria di Olivier i suoi 14 anni e la sua bottiglia. Lei gli invia per e-mail la prova che è quello veramente il suo biglietto: "La barca di tuo padre si chiamava 'Tomaris', c'è scritto qui...".
Di sicuro una mail che non conterrà il sapore del sale di cui la bottiglia è ormai impregnata, né l'inchiostro sbiadito dal sole e dal tempo. Ma in fondo era l'unico modo per rivivere un ricordo ormai scomparso.
(Piccole) magie ai tempi di Facebook.
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