venerdì 9 ottobre 2009

A pochi passi dalla verità - di Vincenzo Figlioli

Ho appena finito di vedere la puntata di "Annozero". E sento addosso una particolare adrenalina.

Lo vado dicendo da settimane. Ormai ci siamo. Il mosaico si sta finalmente componendo. Tanti pezzi erano noti. Ma la loro esistenza era rimasta patrimonio di pochi, materiale per chi aveva avuto la ventura di leggere certi libri e di ricostruire certi passaggi.

Se Pasolini fosse ancora tra noi probabilmente avrebbe riscritto il suo "io so". Perché quando si vuole si può davvero arrivare a qualcosa che somiglia alla verità. Anche se non si ha davanti qualcuno che racconta per filo e per segno come sono andati i fatti.

E' chiaro da tempo che Paolo Borsellino non è stato ucciso dalla mafia. O comunque non solo da essa. E' chiaro che sapeva della trattativa in atto tra Cosa Nostra e pezzi dello Stato che volevano trovare un nuovo equilibrio dopo le sentenze del maxi – processo e la rottura con la Dc.

E' chiaro che si mise di traverso, perché non poteva accettare che le istituzioni trattassero un manipolo di criminali come una normale controparte. Quasi fosse un tavolo di concertazione per il rinnovo di un contratto.

Ed è quindi chiaro il vero motivo della sua morte annunciata. Ma è chiaro anche che Nicola Mancino non ha ancora raccontato la verità sui suoi primi movimenti da Ministro degli Interni nell’estate del '92. E che tanti altri politici italiani sono a conoscenza dei fatti di quelle delicate settimane.

E' chiaro poi che una parte della mafia non fu lambita dalla successiva strategia repressiva dello Stato, che ha colpito prevalentemente Totò Riina e i suoi fedelissimi, garantendo altri quattordici anni di latitanza a Bernardo Provenzano.

E' chiaro anche come il ruolo ricoperto da Marcello Dell'Utri nella seconda parte della trattativa tra alcuni apparati dello Stato e la mafia abbia finito per accreditare Forza Italia come partito garante dei nuovi equilibri. Con evidenti benefici elettorali per il centrodestra, che hanno avuto la loro manifestazione più eclatante con il 61 a 0 delle elezioni del 2001.

Ed è per questo che Marco Travaglio scrive che "l'agenda rossa è la scatola nera da cui nasce la Seconda Repubblica".

Purtroppo mi è chiaro anche come una parte del centrosinistra abbia sacrificato la lotta alla mafia sull'altare della real politik. In nome dello spirito riformatore della Bicamerale hanno piazzato il "rassicurante" Ottaviano Del Turco alla Commissione Antimafia e hanno varato l'incomprensibile riforma del "giusto processo". Senza dimenticare gli accordi con Cuffaro in Sicilia ai tempi del governo Capodicasa e le discutibili frequentazioni di Vladimiro Crisafulli.

Sebbene manchi ancora qualche pezzo al nostro mosaico, è chiaro comunque come stia per chiudersi il cerchio sugli ultimi diciassette anni di storia italiana. Un periodo buio, uno dei più drammatici nella storia del nostro paese. Sebbene le armi di distrazione di massa abbiano evitato che la maggior parte di noi se ne rendesse conto.

C'è un solo pensiero che mi consola. Non siamo mai stati così vicini alla verità come adesso. E chi l'ha attesa fiduciosamente per tutti questi anni, sente già addosso il dolce profumo della primavera. E per fortuna, mi è chiaro anche questo.
Vincenzo Figlioli
Da Marsala c'è di sabato 10 ottobre 2009

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