venerdì 30 ottobre 2009

Suicida per la vergogna di non essere laureato

Francesco, 25 anni, suicida per la vergogna di non essere dottore

Non riusciva a colmare quegli spazi vuoti nel libretto universitario. E nemmeno il dolore, la paura, la vergogna di deludere i suoi genitori che lo credevano uno studente modello e invece per Francesco, 25 anni, di Ascoli Piceno, in trasferta a Roma per studiare giurisprudenza e diventare avvocato, la laurea era ancora molto lontana.

Troppo difficile fare marcia indietro, ammettere di aver mentito per mesi tutte le volte che ai suoi raccontava di un successo universitario. A casa ormai già si fantasticava su quel giorno, sui festeggiamenti, sui regali per il "dottore" laureato alla Luiss.

Per la famiglia avrebbe dovuto laurearsi a giorni e invece era ancora indietro di venti esami. Un umiliazione troppo grande per lui che tre giorni fa ha preferito uccidersi, piuttosto che ammettere la verità. Gettandosi sotto un convoglio della metropolitana alla stazione Tiburtina, convinto di non avere altra scelta.

Da mesi viveva una realtà parallela: alla famiglia raccontava di essere ormai vicino alla laurea, in realtà a dividerlo dal traguardo c’erano ancora moltissimi esami. Il senso di colpa era troppo grande. Così martedì mattina Francesco ha aspettato che la metro entrasse nella stazione Tiburtina e si è lanciato nel vuoto credendo che sarebbe stato meglio così. Inutili i soccorsi, non c'è stato più nulla da fare.

"Conoscevamo la situazione del ragazzo - ammette il preside della facoltà di Giurisprudenza - per 6 o 8 volte era stato contatto dal nostro servizio "Luiss ti ascolta" fatto da psicologi e funzionari. L'ultimo colloquio era avvenuto lo scorso settembre, anche in quel caso il ragazzo aveva promesso che avrebbe ripreso a sostenere gli esami".

Un caso critico quello del venticinquenne di Ascoli Piceno, ma essendo maggiorenne per un problema di privacy non hanno potuto contattare le famiglie.

Le famiglie che devono vigilare di più, essere più vicini ai loro figli. Gli esami sono atti pubblici e i familiari hanno la possibilità di informarsi.

3 commenti:

  1. .....bisognava trovare gli stimoli giusti per andare avanti, che purtroppo nn sono arrivati. Ma bisognava anche gestire la situazione e non lanciarsi nel dire "MOLTE buglie", recuperando ogni tanto qualke materia! Cmq,dare la possibilità ai genitori di sapere del curriculum universitario, contro la volontà del figlio, NON SEMPRE E' COSA BUONA E GIUSTA!....NON SEMPRE!!!!...

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  2. Io mi sono laureato ieri a 44 anni, in economia. Mia figlia era li a guardare con orgoglio il suo papa'. I miei genitori mi hanno sempre supportato. Mai vergogna. Pertanto esorto tutti coloro che sono genitori ad aiutare a non mollare i loro ragazzi senza mortificarli. Io ho ricevuto questo e farò altrettanto con mia figlia.

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    1. Spesso il confronto con altre persone non è semplice...io ancora a 33 anni sono studentessa di Farmacia ho spesso pensato di farla finita con la mia vita...vedo persone lavorare dietro il bancone e con la laurea in mano...la cosa mi fa soffrire spesso mi vergogno ad uscire di casa per trovarmi in questa situazione..temo il confronto con il mondo

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