giovedì 10 giugno 2010

Vitivinicoltura marsalese: quantu cuttigghio!

Da quanti anni si continua ad essere presi in giro dai politici di turno? Da tanti, troppi direi. Ci sono personaggi che, pur facendo poco o nulla, hanno sempre la bacchetta magica per risolvere e risollevare, dalla profonda crisi, gli agricoltori di questo territorio siciliano. Tutti ad ascoltare le parole magnifiche che escono dalla bocca dei diversi esponenti politici di tutti gli schieramenti.

Da noi non si convocano le riunioni o le assemblee pubbliche per dare dei risultati che si sono ottenuti con le proprie proposte o con il proprio impegno amministrativo e governativo ma si convocano le assemblee e le riunioni di categoria solo per dire che c'è qualcuno che sta rovinando tutto, che c'è qualche gruppo di partito che vuol danneggiare l'agricoltura trapanese, che c'è la Lega Nord che pensa agli interessi agricoli della Padania, che c'è chi è "diverso e migliore" rispetto a coloro che governano questa regione, questa nazione...

Quanta falsità, quante parole, quanta fantasia, quanti raggiri.

La crisi vitivinicola è strutturale, immensa, profonda, senza alcuna speranza, alla quale nessun governo (regionale e nazionale) riesce o vuol dare una soluzione. Il comparto agricolo sta vivendo un momento estremamente drammatico, senza che alcuno se ne interessi veramente: solo chiacchiere e cuttigghio.

Si continua a parlare dei "fondi" dispersi in qualche cassetto o cassaforte. Fondi annullati, tolti, raggirati. Sostegni che vengono puntualmente annunciati, soprattutto nelle campagne elettorali, e poi puntualmente eclissati. Gli agricoltori vedono continuamente eluse le speranze di un futuro minimo-garantito. Continuano le prese in giro e nulla si fa per voler rilanciare il settore. Crisi nella crisi che si può definire oramai "drammatica".

Ma quale è lo scopo vero? Rovinare e mandare a casa un intero settore che è quello su cui si basa l'economia? Gli agricoltori non meritano questa fine ingenerosa, l'agricoltura non può essere mortificata in questo modo.

Marsala era una volta la città del vino, del buon vino, liquoroso e da tavola. Hanno distrutto tutto: il vino continua ad essere venduto e con tanta speculazione dietro, ma chi ci lavora e suda veramente tutto l'anno è diventato miserevole, sfruttato, povero, umiliato. E tutto questo perché, oltre alle speculazioni, manca una programmazione seria e reale per il settore che spesso si traduce nella formulazione di "leggi" ad-personam che hanno il solo scopo di gonfiare le tasche di alcuni e svuotare di dignità una intera classe di lavoratori della terra.

Se si è deciso di abbandonare al suo destino il settore vitivinicolo è inutile continuare a prendere in giro gli agricoltori. Agricoltori che, con ritardo, stanno finalmente capendo che i proclami di alcuni e le dichiarazioni di altri non sono la "bocca della verità" ma la "bocca del confondere le idee" e accaparrare consenso per il futuro.

Gli agricoltori marsalesi, e della provincia, meritano chiarezza: bisogna rispondere alle loro istanze, bisogna ascoltarli e farlo con serietà. L'agricoltura è (era) il fiore all'occhiello della nostra economia, se collassa, chi è che sosterrà il fabbisogno dei cittadini? Mancano misure coraggiose e mirate nei confronti di un'agricoltura che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia recente.

Per questo rinnovo l'appello affinché vengano adottati provvedimenti straordinari in grado di ridare slancio e vigore all'azione e all'impegno dei piccoli imprenditori agricoli locali. Davanti ad una crisi che diventa ogni giorno di più difficile e complessa e soprattutto davanti al disinteresse dei governi che non hanno compreso la reale portata dei problemi, non possiamo che riprendere la mobilitazione, questa volta sull'intero territorio nazionale.

O la va, o la spacca.
Enzo Amato

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