martedì 1 giugno 2010

Le radio italiane boicottano la musica nuova

Le radio italiane boicottano la nuova musica da oltre un mese

In Italia, succede anche questo: il boicottaggio radiofonico di tutti i nuovi singoli italiani ed internazionali da parte delle grandi stazioni radiofoniche. Un blacklisting che va avanti da oltre 3 settimane, e che sta penalizzando la diffusione musicale in questo Paese che per certi aspetti è quasi terzomondista.

Avete mai sentito in radio: Elisa "Someone to love", Giusy Ferreri e Luigi Tenco "Ciao amore ciao", Irene Fornaciari "Messin with my head", Kesha "Your love is my drug", Lady Gaga "Alejandro", Loredana Errore "L'ho visto prima io", Malika Ayane "Safisty my soul", Marco Carta "Quello che dai", Marco Mengoni "Stanco (Deeper inside)", Miguel Bosè "Estuve a punto de", Mina e Seal "You get me", Nina Zilli "L'amore verrà", Noemi "Vertigini", Scissor Sisters "Fire with fire", Shakira "Waka waka (Time for Africa)", Simone Cristicchi "La vita all'incontrario"?

Se siete fedeli ascoltatori dei grandi network (Rtl 102.5, Rds, Radio Deejay, Radio Italia, Radio 105 e altri) la risposta è sicuramente negativa. E pensare che la bellissima "Waka waka" di Shakira è l'inno ufficiale dei Mondiali di calcio...

Perché da alcune settimane è in corso una protesta indetta dalla Rna, l'associazione delle reti radiofoniche nazionali, che ha invitato i suoi iscritti a sospendere la programmazione dei nuovi singoli pubblicati dalle case discografiche aderenti al consorzio Scf. L'industria del disco, infatti, chiede alle radio un aumento del 40% dei compensi spettanti alle case discografiche per la trasmissione dei loro prodotti.

In un comunicato ufficiale, Eduardo Montefusco, presidente della Rna, sottolinea che "le imprese radiofoniche nazionali hanno sempre sostenuto il prodotto musicale italiano e le imprese discografiche del nostro Paese convinti che queste possano favorire la cultura italiana e l'attività dei nostri artisti, aprendo spazi a giovani talenti. L'atteggiamento ostile ed intransigente della SCF rischia di minare questa collaborazione nata con l’avvio delle trasmissioni delle emittenti private italiane solo per incrementare il fatturato delle case discografiche multinazionali straniere".

Le case discografiche sostengono invece la ragionevolezza delle loro richieste: "Abbiamo fatto la richiesta iniziale di alzare i diritti dall'1% al 2%" ha spiegato Saverio Lupica, presidente di ScfCF.

"Oggi le radio pagano comunque meno del 2%. Ma non è stato raggiunto nessun accordo a dicembre 2008. Poi siamo passati a un altro piano di discussione chiedendo di stabilire un equo compenso della percentuale calcolando il minimo dei diritti applicati dalla Spagna del 2,16% e quello massimo francese del 5,8%. In sostanza si arriva a una richiesta del 4%. Siamo stati disponibili, abbiamo provato una conciliazione ma alla prima udienza, dopo mesi di promesse, è saltato tutto da parte delle radio".

"Quando abbiamo comunicato che saremmo ricorsi, come abbiamo fatto, ai giudici ecco che le radio hanno attuato questa iniziativa di rimodellare i loro palinsesti musicali non proponendo le nuove hit. Per carità, liberissimi di farlo, possono anche programmare canzoni degli anni 30 ma non trovo corretto la richiesta della liberatoria per la richiesta sui pagamenti dei diritti fonografici, chiamati anche comunemente diritti discografici".

"Gigolò" di Dalla e De Gregori, invece, si può ascoltare anche sui grandi network. I due cantautori, infatti, hanno concesso a tutte le radio l'utilizzo gratuito del loro singolo.

Non so di chi sia la colpa di questo casino... ma è una vergogna! Spero che si rimettano a posto le cose, altrimenti rimarremo alla musica di questa primavera! L'Estate 2010 senza musica nuova!

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